Da Berardi a Osimhen: perché così tanti infortuni agli adduttori? Le risposte dell’esperto

Gli infortuni agli adduttori sono tra i più frequenti nel mondo del calcio, come dimostra quanto accaduto di recente in Serie A. Le spiegazioni del dottor Rosa

Francesco Palma

22 aprile 2023

Gli infortuni agli adduttori sono tra i più frequenti nel mondo del calcio professionistico, circa il 20% del totale, e spesso vengono citati in relazione a giocatori di alto livello. Per ultimo Domenico Berardi, che ha saltato Sassuolo-Juventus a causa di un problema all’adduttore riscontrato già durante il match contro il Verona, o come Paulo Dybala che non ha potuto disputare  la sfida di campionato tra Roma e Udinese per un affaticamento. Prima di loro, anche Victor Osimhen era stato costretto a fermarsi per una lesione distrattiva all’adduttore – saltando anche la partita d’andata di Champions League contro il Milan – mentre proprio quei muscoli avevano tradito Pogba il mese scorso, costringendolo a un altro mese di stop. Il dottor Francesco Rosa, ortopedico del Centro di Traumatologia dello Sport dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI) diretto dal professor Piero Volpi, ha spiegato perché questi infortuni sono così frequenti.

Gli infortuni agli adduttori

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“I meccanismi di lesione di questi muscoli possono essere diretti o indiretti: i primi sono legati a un trauma contusivo, quindi a un colpo preso dal giocatore, cosa che generalmente non coinvolge gli adduttori, che vengono prevalentemente lesi per meccanismi indiretti. Gli adduttori, infatti, sono coinvolti principalmente nel movimento del tiro, nei contrasti e nei cambi di direzione. Inoltre, lavorano in sinergia con i muscoli flessori dell’anca e sono importanti per la stabilizzazione della pelvi durante la corsa. Le lesioni agli adduttori rappresentano più del 20% delle lesioni muscolari che colpiscono i calciatori” spiega il dottor Rosa.

Il dottor Francesco Rosa spiega il perché dei tanti infortuni agli adduttori

Le cause e le recidive

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Le motivazioni possono essere diverse e legate anche allo stato di forma del giocatore, motivo per cui c’è una certa probabilità di recidiva: “Tra le cause di lesione agli adduttori può esserci una debolezza iniziale. Se un giocatore si presenta con una forza degli adduttori all’80% ha una probabilità 15 volte superiore di farsi male rispetto a chi è al 100%. Pensiamo per esempio ai calciatori amatoriali, che non hanno la prestanza e la preparazione di un professionista, hanno un rischio decisamente superiore di incorrere in questo tipo di infortuni. Il rischio di una recidiva di una lesione muscolare di grado lieve o moderato si attesta intorno al 20-22%, ed è legato ovviamente anche ai tempi di recupero seguiti e dal fatto che spesso si gioca ogni 3 giorni. È stato recentemente pubblicato uno studio su una popolazione di oltre 670 giocatori professionisti colpiti da lesione agli adduttori tra Premier League, Bundesliga, La Liga, Ligue 1 e Serie A. Il dato è evidente: nonostante buona parte dei calciatori riesca a tornare allo stesso livello di gioco pre-lesione, il rischio di recidiva è abbastanza alto, come detto, sul 20-22%”.

Le varie lesioni

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Non tutti gli infortuni agli adduttori sono uguali: “Se consideriamo la gravità della lesione in base al tempo di assenza dal campo, circa l’85% delle lesioni è di grado lieve o moderato, quindi tengono fuori il calciatore per un tempo che va dai 3-4 giorni a quattro settimane. Raramente portano alla chirurgia, solo nel 4% dei casi. Se parliamo di lesione muscolare propriamente detta, quindi di una lesione di primo grado in cui non c’è un’alterazione macroscopica della struttura muscolare, si torna in campo in circa 20 giorni. Una lesione di secondo grado necessita invece di circa 40 giorni di recupero” conclude il dottor Rosa.

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