Curiosità Napoli, quei 225 giocatori costati più di Kvara

Il numero è enorme, quasi paradossale: 225, come certifica l’archivio di Transfermarkt. Dal fenomenale Haaland all’ex milanista Aubameyang, finito presto nella cantina del ricchissimo Chelsea. Se nella scorsa estate il club di De Laurentiis avesse acquistato Momo Salah, almeno mezzo stadio Maradona avrebbe imboccato la strada verso Capodichino per abbracciare l’egiziano. Oggi, dopo dieci mesi, quattordici gol e sedici assist, nessun tifoso del Napoli accetterebbe di mettersi intorno a un tavolo con Klopp per scambiare il georgiano con Salah.

Il prezzo speso per Kvara da De Laurentiis – undici milioni e mezzo – dimostra che la competenza è l’unico fattore in grado di spostare realmente gli equilibri di un campionato, smentendo le antiche logiche imprenditoriali di chi sogna scudetti e Champions accumulando debiti: i trionfi non si costruiscono soltanto con i soldi, grazie ai finanziamenti infiniti di uno sceicco o alle garanzie bancarie di un fondo.

Pensate al Chelsea dell’americano Todd Boehly: ha speso seicento milioni in sette mesi, è dodicesimo in Premier, ha cambiato tre allenatori e ora aspetta Pochettino. Tante idee, nessuna direzione. Kvara ha fatto innamorare il Napoli, che sta già lavorando al rinnovo del contratto con il procuratore Mamuka Jugeli. Ha uno stipendio che corrisponde al 15% di quello percepito da Pogba e Di Maria nella Juve. Abita a Posillipo, vicino a via Scipione Capece, dove viveva Maradona.

Il fascino della storia e del mito. È l’opposto del campione alla moda: casa e Castelvolturno, famiglia e allenamenti, niente discoteche e locali per vip, solo qualche cena con la fi danzata Nitsa nel ristorante dei suoi amici, sulla collina di Posillipo, dove ha scoperto la cucina napoletana e gli riservano il solito tavolo sulla terrazza, davanti al golfo. Sta preparando il matrimonio, si sposerà presto a Tbilisi: sarà il suo regalo per il tricolore.

Artista del dribbling, ma con una vita normale, senza effetti speciali, lontano dalle sfilate, dai gossip, senza la smania di raccontarsi ogni minuto ai suoi follower. La musica dei Coldplay, la Mini Countryman, le telefonate con il papà Badri e la mamma Maka, le visite da turista a Pompei, le partite di Nba davanti alla tv e quell’esultanza ispirata a Stephen Curry, stella dei Golden State Warriors. Mani giunte su una guancia e occhi semi-chiusi, come a dire “buonanotte e grazie”. Si è fatto conoscere il 15 agosto a Verona, mentre in tanti stavano al mare: un gol e un assist per Zielinski. In quel momento sono cominciati i paragoni con Best, Salah, Baggio, Meroni. Perché Kvara, che De Laurentiis chiama con affetto Zizì, è anche l’espressione di un calcio romantico, in cui l’inventiva batte la tecnologia e polverizza gli schemi, i raddoppi di marcatura, le partite preparate con i tablet e gli algoritmi. Finte, cambi di direzione, uno stile raffi nato, un pallone che diventa per i terzini come il gioco delle tre carte. E poi i calzettoni arrotolati fino alle caviglie, stessa abitudine che aveva quel genio di Johan Cruijff . Altra immagine suggestiva, ma Kvara si sente solo fi glio di questa epoca. Niente paragoni, please: gli piace essere il ragazzo di Tbilisi che ha riportato lo scudetto a Napoli.


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