Cuore e polmoni con le maglie “vere”: ora salvate il soldato Cutrone

Con l’Europeo ha salutato l’Under-21 essendo il più “anziano”, accettando le decisioni del c.t. Nicolato. Cutrone deve ripartire, l’obiettivo è tornare quello di Milanello…

Salvate il soldato Patrick. Cutrone, ovvio. L’attaccante cresciuto nel Milan – amore mai sopito – ha appena giocato la sua ultima partita con l’Under 21, lui che era il più senatore di tutti essendo del gennaio 1998. Biennio finito. Ma l’addio è stato tra le fiamme, perché con la fascia da capitano al braccio “Cutro” ha incendiato il finale, realizzando il gol del 3-3 che ha mandato la partita ai supplementari, poi sfiorando il possibile 4-3 a inizio extra-time e infine andando vicinissimo al palo e a quello che sarebbe stato un incredibile 4-4, con un tiro che a molti avrà ricordato quello di Roberto Baggio con la Francia nei quarti di finale del Mondiale 1998.

Cutrone, insomma, ci ha messo tutta quella voglia, quella carica, che è il tratto più tipico del suo modo di giocare. E che negli ultimi mesi non ha potuto esprimere se non in azzurro. Soltanto con l’Under 21, nelle quattro partite dell’Europeo – e 3 gol segnati -, ha giocato di più, molto di più di quanto abbia fatto in tutto il 2021 con Wolverhampton e Valencia: 23’ minuti in Premier a gennaio, 101’ in Liga. Una miseria. E si arriva a 485’ in tutta la stagione aggiungendoci la prima parte alla Fiorentina, F.A. Cup e Coppa Italia. Ma dopo la fase a gruppi di marzo con l’Italia, appena 55’. Solo con il Portogallo ne ha giocati 50, entrando quasi alla fine dei tempi regolamentari e aggiungendo i supplementari. Nota a margine: è rimasto fuori all’inizio pur essendo il capitano di questa squadra, accettando le decisioni di Nicolato che ha visto altri più in forma di lui. Senza fascia Patrick si è seduto in panchina e quando c’è stato bisogno di lui non ha esitato a metterci tutto quello che aveva, forse anche di più.

Meriterebbe di più

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Il gol del 3-3 è stato da attaccante vero, con quell’anticipo sul primo palo verso la fascia sinistra che ha denotato anche una crescita tecnica, perché Patrick quel movimento ce lo ha sempre avuto più naturale sull’altro lato della porta, arrivando con il destro, il suo piede. Ma al di là dell’evoluzione del giocatore, l’impressione è che per Cutrone una componente fondamentale sia quella emotiva/emozionale. La maglia la deve sentire, la deve vivere. Ecco perché, forse, ha sempre dato il meglio con l’azzurro-Italia (11 gol in 25 partite con l’Under 21, score mica male) e con il Milan, l’amore di una vita, la maglia di sempre. La cessione al Wolverhampton dell’estate 2019 è stata una specie di “tradimento”: 18 milioni da mettere a bilancio per il Milan, che aveva un dannato bisogno di plusvalenze, ma pure la rinuncia a chi il rossonero aveva e avrà sempre come seconda pelle. Un ragazzo così, con tutta la sua generosità, merita di più di quanto ha avuto una volta lasciato Milanello.

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