Cristiano Ronaldo si prende la scena, ma che impressione questo Brasile

La giornata conclusiva del primo turno di partite del Mondiale ha messo insieme il giocatore e la squadra da copertina

E così, come sempre succede, il dolce è alla fine. Già, perché la giornata conclusiva del primo turno di partite ha messo insieme il giocatore e la squadra da copertina. Il calciatore è naturalmente Cristiano Ronaldo, che ha chiuso il suo fantastico record con il gol al Ghana: nessuno era mai riuscito a segnare per cinque edizioni di fila al Mondiale. Non c’erano riusciti Pelé, Seeler, Klose e Messi, fermi – si fa per dire – a quattro. Lui, Cristiano, è riuscito a battere tutti, non sbagliando un colpo da quel 17 giugno del 2006, quando con la rete all’Iran si fece conoscere agli sportivi.

la crescita di Ronaldo

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Un ragazzo di 21 anni, con la maglia numero 17 – perché Figo non avrebbe mai mollato il 7 – che nel tempo si è saputo inserire di prepotenza nella classifica dei calciatori più forti di tutti i tempi. Perché, pur non avendo la tecnica di Pelè o Maradona, Messi o Cruijff, ma anche Platini o Zidane, è riuscito a costruirsi una carriera fantastica con la sua determinazione, la forza di carattere, la professionalità e la passione. Lavorando sul fisico in un calcio – ed è qui la sua straordinarietà – sempre più fisico e dunque più duro. E tenendosi a livelli stratosferici dopo aver guadagnato cifre astronomiche, senza mai mollare un centimetro. Un rigore – e in questo caso non c’entra la rete col Ghana – inimitabile. Ma se Ronaldo si è preso, come detto, la copertina a livello individuale, la partita conclusiva del primo giro ha mostrato anche la squadra che più ha impressionato dal punto di vista corale e collettivo.

brasile spregiudicato

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C’era curiosità per il Brasile, opposto ad un avversario tosto e capace come la Serbia, ma alla fine dei primi novanta minuti la curiosità si è trasformata – tra gli avversari – in preoccupazione. Perché, ed è verissimo, anche Francia, Spagna, Inghilterra – per citarne alcune – hanno fatto pienamente il loro dovere. Ma, visto che non si può prescindere dalla cifra complessiva dei rivali, il Brasile si è davvero preso la scena. E anche se è presto per avventurarsi in giudici definitivi – viste le sorprese all’ordine del giorno, con Argentina e Germania a farne soprattutto le spese – per quello che si è visto ieri sera, Richarlison e compagni hanno davvero tutto per essere grandi protagonisti. Un Brasile forse diverso dalla sua struttura istituzionale, in cui le qualità degli attaccanti hanno spesso accecato e nascosto qualche limite – o eccesso di spregiudicatezza – in difesa.

la varietà

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La squadra oggi si fonda su due pilastri autentici come Thiago Silva e Marquinhos, con Danilo e Alex Sandro (improvvisamente tornato ai suoi migliori livelli) a presidiare attentamente le fasce. Su questa base solida – al punto che Alisson non è mai stato seriamente impegnato – la squadra di Tite ha costruito la sua esibizione contro la Serbia. Con Neymar a ricamare, Raphinha ad inventare, Vinicius ad incantare con le sue accelerazioni col turbo e Richarlison a timbrare il successo con la rete forse più spettacolare vista finora. Una rovesciata, anzi una sforbiciata, da sigla di una trasmissione sportiva. Per la gioia di Antonio Conte che quest’estate, telefonandogli personalmente, lo ha convinto ad accettare il Tottenham e dire no ad Arsenal e Chelsea. Uno spettacolo, quello del Brasile – due gol, due legni e almeno sette occasioni da rete – che non si è interrotto neppure con le sostituzioni, perché se escono i titolari ed entrano Rodrigo, Gabriel Jesus e Antony è difficile raccontare che alla fine si è dato spazio alle…riserve. Insomma, un Brasile d’altri tempi per la ricchezza dei suoi calciatori d’attacco, ma con un’anima e una struttura molto più solida, con Casemiro a fare da perno ai triangoli in continuo movimento che ispirano ogni manovra. E se Neymar ha fatto provare un brivido ai suoi tifosi uscendo con una caviglia gonfia che rischia di metterlo fuori gioco per un po’, altrettanto devono aver provato gli avversari nel vedere tutta questa abbondanza. Ed è da qui, senza la pretesa o l’incoscienza di anticipare sentenze e verdetti, che oggi si riparte.

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