Cristiano, il digiuno e il nervosismo: Juve, dagli attaccanti un gol in tre gare

Non solo il buco in barriera: Ronaldo non segna dal Napoli, quattro partite senza reti non è mai stato. Il rientro di Dybala doveva accendere l’attacco, invece i gol hanno cominciato a venire da altrove

Il gol preso su punizione da Brugman per essersi abbassato in barriera, quasi come col Porto. “Sono cose che capitano, valuteremo nelle prossime partite cosa fare”, ha detto Pirlo di Cristiano Ronaldo. Il gol già fatto sbagliato in avvio: pallone sui piedi da non credere, sotto porta, su invito notevole dalla fascia di Dybala. E infatti non ha fatto in tempo a crederci, ma solo a girare d’istinto, che per una volta non l’ha assistito. Un’altra grande palla la Joya gliel’aveva messa subito prima del gol di Alex Sandro: CR7 era saltato altissimo come con la Sampdoria, ma troppo presto. Troppa voglia.

IL DIGIUNO

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Cristiano è nervoso, stavolta alla fine ha buttato non la maglia ma il pallone, e si è preso un cartellino giallo inutilmente in pieno recupero, consolato poi all’uscita dal campo da Baronio. Nervoso perché l’ultimo gol è stato col Napoli, tre partite fa: una l’ha saltata, con l’Atalanta, e la Juve ha perso; due le ha giocate, l’altra fu proprio quella del maglia-gate col Genoa, ma lui ha sparato a salve. E in questo campionato quattro partite senza segnare non è mai stato: la Fiorentina è avvisata. CR7 ha in pugno la sua prima classifica marcatori da quando è in Italia (a +4 da Lukaku) ma ancora non riesce a metterla in ghiaccio, per colpa di questo digiuno. Da quando ha messo nel mirino quota 100 gol alla Juve (ora è a 97) non ha più segnato.

RENDIMENTO INDIVIDUALE

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Rispetto al post eliminazione dalla Champions non è un nervosismo in cui leggere grandi presagi sul domani: nel suo futuro c’è la Juve, perché alternative non si sono materializzate. Ma la sua competitività viscerale fondata sul proprio rendimento gli impedisce di vivere bene anche due giornate in cui, coi gol di altri, la Signora ha saputo approfittare con Genoa e Parma delle possibilità offerte dal calendario per mettere nel carniere i punti che servono per la corsa Champions. Eppure irrinunciabile: senza di lui la Juve non ha mai vinto, tre punti in quattro partite, e prima dell’Atalanta le altre tre erano state Crotone, Verona e Benevento.

I GOL DEGLI ALTRI

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A sei partite dalla fine del campionato, la prima volta in stagione di una partita vinta solo coi gol dei difensori (12° e 13° marcatore dell’anno) apre scenari nuovi rispetto alla nota Cristiano-dipendenza e a equilibri in cui le reti arrivano solo dai giocatori dalla cintola in su (quattro McKennie, tre Rabiot, poi due o meno). Ha aiutato, complice il tallone d’Achille di chi c’era davanti, il migliorato rapporto coi calci piazzati, arma poco esplorata nelle giornate più grame per una squadra eppure ricca di colpitori di testa. L’altro lato della medaglia è che, se si sperava che il ritorno di Dybala sbloccasse i superpoteri del reparto, con Cristiano “off” e la Joya convalescente, l’unico gol dell’attacco nelle ultime tre partite è arrivato da Morata col Genoa, unica rete dello spagnolo nelle ultime sette partite. Un po’ poco.

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