Cristante tra gemelline, rinnovo ed elogi di Mou: la Roma aspetta il suo campione

Bryan, dopo l’Europeo, è tornato dalla famiglia per ricaricare le batterie. Lo aspettavano le sue donne: la compagna Selene e le piccole Aurora e Victoria (4 mesi), ma il club giallorosso non vede l’ora di puntare su di lui

Era il 14 maggio del 2019 quando Daniele De Rossi, in uno dei giorni più difficili della sua vita, quello dell’addio alla Roma in conferenza, aveva comunque trovato tempo e modo di rivolgere un pensiero a Bryan Cristante, seduto in prima fila, ma defilato sulla destra. Un po’ come in campo e nella vita: davanti sì, ma senza la voglia e la necessità di voler o dover emergere a tutti i costi. “Io ne voglio altri cento di giocatori così perché anche se non è nato a Roma… Ci mette l’anima, da romanista. Non è solo una questione di essere nati nella Capitale”. Sarà un caso, o forse no, ma il pensiero di De Rossi è lo stesso che ha avuto Roberto Mancini che, fin dai primi allenamenti in Sardegna, non ha mai avuto il dubbio se portarlo o meno, soprattutto viste le condizioni di Sensi e Pellegrini, che poi infatti l’Europeo l’hanno saltato. Cristante no, l’ha giocato e anche da protagonista: quasi sempre primo cambio a centrocampo, decisivo in finale con quella spizzata che ha portato al pareggio di Bonucci e quei centimetri e quel fisico che contro l’Inghilterra sono stati preziosissimi.

RIPOSO IN FAMIGLIA

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Messa in valigia la medaglia, salutati gli amici Azzurri a Roma, Cristante è tornato dalla famiglia, a Forte dei Marmi. Lo aspettavano le sue donne: la compagna Selene, che era a Londra a tifare per lui, le piccole Aurora e Victoria (4 mesi) e la sorella Sharon. In questi giorni ci sarà il battesimo delle sue gemelline ma, soprattutto, ci sarà tanto riposo perché dopo un mese e mezzo così intenso, fisicamente e mentalmente, Cristante dovrà ricaricare le batterie prima di una stagione che si annuncia altrettanto intensa.

VERSO IL RINNOVO

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Mourinho lo aspetta a braccia aperte (“il suo ingresso in finale è stato decisivo”, ha detto), si è complimentato con lui per la vittoria dell’Europeo e anche se, sulla carta, Bryan non partirà titolare la sensazione è che avrà davvero molto spazio nel corso dell’anno. Da centrocampista, nel suo ruolo. Anche perché a 26 anni è nel pieno della maturità umana e professionale, oltre al fatto che è un giocatore integro fisicamente perché molto attento all’allenamento e alla vita privata. E a settembre, dopo il mercato, è possibile che arrivi anche il rinnovo di contratto fino al 2025. Ha chiuso la stagione 2020/2021 a 58 partite di cui molte, nella Roma, da difensore centrale. Si è sacrificato per la causa, esponendosi a volte ad errori dovuti alla poca conoscenza del ruolo e rischiando di non fare l’Europeo, come successo al suo amico Mancini. Tutto per la Roma e per il professionista che è. È nato a San Vito al Tagliamento, che da Trigoria dista più di 600 km. Ma lui, con spirito, sacrificio, testa giusta, pochi social e tanto lavoro, li ha colmati tutti. E adesso, dopo il meritato riposo, la Roma non vede l’ora di riprendersi il suo campione d’Europa.

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