Cottarelli: “Tifosi, si può. Suning ha aperto e l’Inter avrà le sue 3 A”

FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva Carlo Cottarelli per parlare dei dettagli del progetto Interspac

Marco Macca

1 luglio

Prendete l’Inter e guardatela da una prospettiva diversa. La vostra. Cambiando radicalmente l’approccio, le considerazioni, il rapporto che avete con i sentimenti e i colori. Interspac si prefigge l’obiettivo di rovesciare il mondo nerazzurro, e di offrire al popolo interista una nuova visione, un modo nuovo di vivere l’Inter ogni giorno. Il tifoso non più semplicemente come spettatore interessato, ma come parte integrante della società. Un’idea ambiziosa, nata poco più di due anni fa, ma rimasta nella penombra fino a quando Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani ed ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, ha deciso, insieme ad altri noti tifosi nerazzurri, di oltrepassare il confine dell’idea romantica per trasformare Interspac in vero e proprio progetto. Quale sarà il futuro dell’Inter? Noi di FCInter1908.it ne abbiamo parlato proprio con il dott. Cottarelli in esclusiva.

Dott. Cottarelli, sono un paio d’anni che si parla della possibilità di un azionariato popolare nell’Inter. Quando avete capito, però, che l’idea potesse effettivamente trasformarsi in un progetto concreto?

Noi ci abbiamo sempre creduto, solo che prima sembrava che non ci fosse, da parte della proprietà dell’Inter, nemmeno l’intenzione di parlare di questa cosa. Adesso ci sembra che questa intenzione ci sia. Abbiamo per questo lanciato il progetto, facendo entrare in società una quarantina di tifosi noti, a quali se ne stanno aggiungendo altri. Credo che abbiamo alcune possibilità concrete, che prima non c’erano.

Parliamo al grande economista: sicuramente questo è un progetto romantico, ma immaginiamo che dietro ci sia stato un lungo e approfondito lavoro sulla fattibilità economica dell’operazione. Le chiediamo una sua considerazione per dissipare i dubbi di una fetta di pubblico che non crede ce la possiate fare.

La migliore risposta arriverà quando presenteremo il progetto completo. Ora non stiamo chiedendo soldi, ma solo di esprimere una posizione riguardo al progetto. Del resto, non vedo alternative: il modello Superlega non piace a nessuno, mentre il modello attuale non è sostenibile. Ci sono capitali stranieri che arrivano, ma poi possono anche andarsene. Noi spiegheremo bene in cosa consiste il nostro progetto quando ci sarà la raccolta.

Oltre ai 40 tifosi vip che hanno già aderito all’iniziativa, si parla di più di 55 mila questionari già compilati dai sostenitori nerazzurri. Vi aspettavate un’adesione così massiccia?

Ci speravo, ma è stata davvero una sorpresa positiva. Ma non mi accontento, bisogna andare avanti: più siamo, meglio è. Vorrei sottolineare, anche tramite la vostra testata, l’importanza di aderire al questionario rivolto a tutti i tifosi. Il sondaggio lo si trova al sito interspac.eu: invito tutti gli interisti a rispondere.

Una delle tante domande che i tifosi si sono posti è come, una volta raccolti i fondi necessari ad acquistare una quota del club, si possa reggere questo modello negli anni a venire. Come risponde? E’ possibile pensare, in futuro, a una quota annuale pagata dai tifosi?

Non è quella la nostra intenzione. Anche nei club che presentano un azionariato popolare, come il Bayern Monaco, c’è sì una quota annuale pagata dai tifosi, ma è una somma molto piccola, tanto che non supera nel complesso i 10 milioni annui. La tenuta finanziaria della società non dovrebbe dipendere dalle quote annuali, ma dalla buona gestione. In tal senso, vogliamo una governance chiara con responsabilità chiaramente attribuite. Il Bayern ha un comitato di supervisione e uno manageriale. I tifosi influenzano il comitato di supervisione, che poi influenza quello gestionale. Sarà molto importante spiegare tutto questo, perché pensiamo che il progetto sia economicamente sostenibile. Siamo convinti che le entrate di un club che si fonda sull’azionariato popolare possano aumentare grazie al legame più stretto tra società e tifosi, grazie alle maggiori presenze allo stadio, ai maggiori incassi pubblicitari, come avviene nelle società tedesche. Senza contare il risparmio sugli interessi sul debito, quantificabile in decine di milioni all’anno, attraverso l’entrata di risorse.

Si parla tanto di modello Bayern. Sappiamo che, oltre alla quota dei tifosi, a supporto ci sono grandi sponsor come Audi, Allianz e Adidas. Il progetto di Interspac prevede qualcosa di simile?

Certo, noi prevediamo che ci siano quelli che vengono chiamati i ‘cornerstone investors’. Vanno trovati, ma non vedo perché non si possano trovare anche in Italia. Anche loro contribuiscono alla stabilità della governance. Quindi sì, c’è anche questa componente.

Può darci qualche indizio?

Purtroppo, non posso entrare nei dettagli.

Vista l’idea di un azionariato popolare, è corretto pensare a un futuro in Borsa per l’Inter?

Non si può escludere. Il vantaggio di avere una quotazione in Borsa è la liquidità: uno può rivendere le sue quote, ma non credo che questa sia l’intenzione dei tifosi. Può comunque essere un vantaggio per gli investitori di supporto. E’ una delle possibilità. Dipenderà, naturalmente, dalla società e dall’attuale proprietà, con cui intendiamo lavorare. Ci sono diverse opzioni, da valutare in una seconda fase.

In questi giorni, ha affermato che Zhang si è mostrato favorevole al progetto Interspac. In che modo?

Due anni e mezzo fa ci era stato detto chiaramente che non c’era alcun interesse riguardo a questo progetto. Ora, non voglio entrare nei dettagli, ma abbiamo informato la società e la proprietà sta osservando quanto accade. Mi devo fermare qui per il momento.

Si fanno tanto anche i nomi di Moratti e Pellegrini. Pensa che in futuro possano dare il loro contributo? Ha sentito l’ex presidente?

Ho informato entrambi dell’iniziativa. Non abbiamo cercato di farli entrare ora, perché altrimenti molti avrebbero interpretato il tutto come un loro tentativo di rientrare nell’Inter. C’è un apprezzamento per quello che stiamo facendo.

Dott. Cottarelli, se le dico che un giorno Interspac prenderà il controllo totale dell’Inter, faccio una previsione irrealistica?

Dipende dalla risposta dei tifosi, siamo nelle loro mani. Se ci fosse una grande risposta dei tifosi, non è escluso che possa prevalere, per l’Inter, il modello Bayern, dove il 75% del club è di proprietà dei tifosi.

Una delle questioni più calde per il futuro dell’Inter è la realizzazione del nuovo stadio. E’ favorevole?

Io credo che uno stadio moderno sia necessario per tutti le società di calcio. Non sono mai entrato troppo nei dettagli della vicenda, ma credo proprio che sia necessario.

Dott. Cottarelli, fra i tanti messaggi positivi nei suoi confronti, in tanti le hanno riconosciuto il tentativo di restituire il calcio alla gente. Ha un messaggio per i tifosi dell’Inter?

Il messaggio è che il futuro dell’Inter è nelle mani dei tifosi, se loro vogliono che il club sia nelle loro mani. Li invito a scendere in campo e non guardare le cose solo dal fuori. Il primo passo è rispondere al questionario.

Come si immagina l’Inter fra 5 anni?

Inutile fare previsioni ora, dipende dalla risposta del popolo nerazzurro. Ma, se ho lanciato questa iniziativa, è perché credo in questo sogno. Ma ci deve essere un’espressione di volontà chiara dei tifosi. Per questo dico: è il momento di rispondere.

L’Inter viene da uno scudetto vinto. Sogna di vincere la seconda stella con Interspac all’interno della società?

Credo che il progetto Interspac richiederà qualche mese, ma io spero nella seconda stella a prescindere da ciò che accadrà.

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