Così trent’anni fa Orrico mise in gabbia l’Inter. Per sfidare Trapattoni

L’infatuazione di Pellegrini per il tecnico in tuta che voleva “liberare il calcio dalla schiavitù degli avversari”

E poi ci sono rivoluzioni che falliscono, utopie che sfarinano, gabbie che rimangono desolatamente aperte, con il lucchetto a penzolare sotto lo schiaffo del vento, come un grappolo da una vite. Voleva cambiare il mondo, non ci riuscì. Ma nemmeno il mondo cambiò lui. 0-0, pari e patta. Corrado Orrico all’Inter durò il tempo di un amore estivo, mentre “un’altra vela va/fino a che non scompare”, come canta Renato Zero in “Spiagge”. Arrivò a Milano nell’estate del 1991, soffiava forte un vento nuovo sul calcio italiano, le idee erano gratis e nelle case degli italiani ci si schierava a zona anche in tinello, prima di sedersi a tavola.

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