Cosa dirà Mourinho alla Roma per ricaricarla

Mourinho è preoccupato, come nella passata stagione dopo una felice partenza c’è stata una brutta battuta d’arresto. Al ritorno dalla Bulgaria ha concesso una giornata di riposo (programmata), domani l’allenatore parlerà alla squadra, che comunque assolve sul piano dell’impegno e dell’applicazione. La Roma non può sbagliare le prossime tre partite prima della sosta: Empoli, Helsinki e Atalanta. L’allenatore dirà ai giocatori di continuare a crederci, di non mollare, perchè gli obiettivi prefissati sono ancora tutti alla portata della Roma. Lo Special One è uno straordinario gestore, si è reso conto forse di aver esagerato nelle critiche dopo la partita contro la Juventus. Il suo atteggiamento e le sue dichiarazioni, dopo le sconfitte di Udine e Razgrad, sono andati in tutt’altra direzione. L’allenatore ha bisogno di tenere il gruppo unito e carico, dopo che l’infortunio di Wijnaldum aveva dato la mazzata psicologica ai giocatori e rischia di condizionare lo spogliatoio. Ma l’olandese ha ancora il gesso alla gamba e mancherà per gran parte della stagione. Fino al giorno dell’infortunio in allenamento c’era a Trigoria un’euforia straripante, in quel periodo i compagni di Nazionale chiamavano Belotti per convincerlo ad aspettare la Roma, assicurandogli che insieme avrebbero alzato un altro trofeo. Per il povero Felix, difeso giustamente a caldo dall’allenatore, non c’erano più le condizioni per restare alla Roma.

Oggi i giocatori hanno perso certezze, Mourinho con l’aiuto dei risultati dovrà rimotivarli. Il centrocampo, per sua stessa ammissione, così non funziona. A Empoli potrebbe dare spazio a Camara dall’inizio. L’altra soluzione potrebbe essere quella di inserire Shomurodov alle spalle di Abraham e arretrare Pellegrini a centrocampo, in attesa di Zaniolo. Il capitano è pronto a sacrificarsi per gli equilibri della squadra, accetterà le decisioni di Mourinho, anche se oggi sente che il suo ruolo è quello di trequartista. Non è solo il centrocampo a preoccupare Mourinho. Il tecnico deve studiare i motivi della metamorfosi della difesa. Ha subito sei gol nelle ultime due partite, mentre nelle precedenti undici ne aveva incassati solo cinque. Per sentirsi più tranquillo ha chiesto un altro difensore, spiazzando Tiago Pinto. Mancini e Ibanez tra alti e bassi non crescono, nonostante la fiducia dell’allenatore. Smalling sembra essere l’unica certezza, contro il Ludogorets nei minuti finali lo ha spostato addirittura a fare il centravanti. L’ipotesi del ritorno alla difesa a quattro, alla quale il tecnico ha fatto ricorso nelle ultime partite per correggere la squadra, è sempre dietro l’angolo.

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