Cortinovis, l’Atalanta nel destino: dai gol in Primavera a jolly di Gasp

Oggi il giovane trequartista compie vent’anni. Decisivo in Supercoppa Primavera, studia dai grandi e mette in mostra il suo talento

Il capitano della Primavera più forte dell’ultimo biennio non gioca nella squadra di Serie A più organizzata degli ultimi anni. È il miglior fantasista del campionato giovanile più importante Alessandro Cortinovis, numero 10 e capitano dell’Atalanta, tradizionalmente la squadra in cui il travaso tra vivaio e Serie A viene più naturale, ma fino a una dozzina di giorni fa non aveva neppure un posto nella numerazione ufficiale dei grandi. Poi Gasperini gli ha assegnato la maglia numero 77 e lo ha portato in panchina in Coppa Italia, contro il Cagliari. La scorsa settimana, dopo quasi tre mesi di stop, la squadra di Massimo Brambilla è tornata a giocare una partita ufficiale, la Supercoppa Primavera contro la Fiorentina di Aquilani, al Gewiss Stadium, e se l’è portata a casa. E il risultato lo ha sbloccato proprio il numero 10, facendo peraltro un gol da 9, arrivando per primo a spingere in rete un pallone crossato da destra, e rimbalzato sulla testa del compagno d’attacco. Ieri mattina fuori dalla formazione iniziale, perché erano passati solamente tre giorni dalla Supercoppa, e l’Atalanta delle riserve, in campionato, ha perso in casa con il Cagliari, gara ampiamente alla portata.

Nerazzurro nel destino

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Nato a Bergamo, giocava nella Polisportiva Monterosso, la stessa dove anni prima aveva iniziato il povero Piermario Morosini, con i campi a poche centinaia di metri dallo stadio, allora “Atleti Azzurri d’Italia”. La Dea era nel suo destino, eppure una vita fa lo prese l’Inter, la squadra per cui faceva il tifo. Non finì neppure la prima stagione: era ancora un bambino, preferì tornare a casa, e l’Atalanta non se lo fece sfuggire, inserendolo nella rosa dei 2001, considerati già allora un gran bel gruppo. Nei Giovanissimi Nazionali fece 19 gol, 7 in più di Ghislandi, tutt’ora suo compagno di squadra, terzino destro della Primavera, con un passato da ala: meglio di loro fece solamente Piccoli, che li ha salutati in estate, andando in prestito allo Spezia (con cui ha già segnato due gol in A, uno a San Siro e uno all’Olimpico, proprio due giorni fa). L’anno dopo in rosa c’erano due pezzi in più, il mediano Gyabuaa, arrivato dal fallimento del Parma, e un 2002 che giocava sotto età, quel Traoré che ora si fa chiamare Diallo, e che in questa sessione di mercato è andato al Manchester United per 40 milioni di euro (bonus inclusi). E fu subito scudetto: la finale con la Roma arrivò fino ai supplementari, la sbloccò proprio Diallo Traoré, la chiuse un gol di Cortinovis. Che poi ne ha vinti altri due con la Primavera, nell’ultimo biennio.

Sfida a tre

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Vent’anni proprio oggi, Cortinovis ha una lunga serie di convocazioni nelle nazionali giovanili, sin dai tempi dell’Under 16, nel 2016. C’erano tre centrocampisti dai piedi buoni nella classe 2001 che venivano considerati più o meno sullo stesso livello, e nessuno di loro è ancora riuscito a esordire in A: Alessio Riccardi è andato spesso in panchina con Di Francesco (che due anni fa lo mise in campo in Coppa Italia contro l’Entella), con Fonseca decisamente meno, e in estate è andato in prestito al Pescara, dove però sta trovando poco spazio, mentre lo juventino Fagioli ha 19 presenze e un gol in serie C grazie all’Under 23, e da 5 partite va in panchina coi grandi, convocato dall’ex centrocampista a cui viene accostato sin da quando era bambino. Cortinovis per ora è quello più indietro, e le frasi dette sabato da Gasperini non fanno presagire sviluppi sull’immediato: “Il settore giovanile ha giovani interessanti, diventeranno buoni giocatori. Ma quelli che sono pronti stanno giocando fuori dall’Atalanta, come Piccoli. Non ci sono talenti come Kulusevski, ma l’Atalanta ha sempre giocatori interessanti”. Cortinovis, in effetti, non si avvicina neppure allo strapotere fisico dello svedese preso un anno fa dalla Juventus. Deve mettere su un bel po’ di muscoli, ma compensa con classe, fantasia, tecnica e tiro in porta, e pure una discreta personalità: ce n’è abbastanza per vedere svolazzare i suoi capelli lunghi nel calcio professionistico. Sempre con la dieci sulle spalle, magari un po’ più indietro: da mezzala sinistra si è fatto più di qualche partita, non è escluso che, come tanti trequartisti, possa finire per sfruttare la precisione del suo calcio in cabina di regia.

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