Corse, abbracci, post: lo spirito di gruppo e una Juve oltre gli ostacoli

La corsa di Paredes verso Pogba, il mega abbraccio di Gatti e Chiesa a Vlahovic, i tre portieri tutti per uno: segnali che i bianconeri possano contare su un’arma in più per il rush finale

Prestazioni altalenanti, partite giocate per un tempo o anche meno, blackout improvvisi, a volte in situazioni di vantaggio altre di svantaggio: per lungo tempo la Juve è stata un ottovolante impazzito, imprevedibile nelle sue fiammate e nei suoi cali vertiginosi perché appesa agli estri e agli umori dei singoli, spirito di squadra questo sconosciuto o quasi. Nell’animo, oltre che nel gioco, che tanto corale non è mai diventato. Poi nel tempo le cose sono cambiate, e sono arrivati chiari segnali che la squadra ha creato uno spirito di gruppo capace di cementarla oltre gli ostacoli. Anzi, sono stati probabilmente proprio gli imprevisti a stimolare una coesione e uno spirito di corpo prima inesistenti.

Dal meno al più 15

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Dalle dimissioni del presidente Andrea Agnelli e del Cda fino alla penalizzazione, improvvisa quanto pesante, oltre agli infortuni e un passo di marcia ben più lento del previsto: tanti sono stati gli ostacoli della stagione, “nemici” più o meno invisibili ma che nel tempo hanno fatto stringere le fila alla squadra, inducendola a trovare uno spirito che anche Allegri ha provveduto a rinforzare urlando al “noi contro tutti”, tattica di bearzottiana memoria: “Il -15? La gente parla ma non sa niente. È stata una situazione surreale in cui i ragazzi sono stati meravigliosi” è il manifesto della strategia dell’allenatore bianconero. Nelle 12 gare di campionato in cui la penalizzazione è rimasta attiva, la Juve ha ottenuto 7 vittorie, fra cui quella di San Siro contro l’Inter, un pareggio (il 3-3 contro l’Atalanta, prima gara post punizione) e 4 sconfitte. Poi la pronuncia del Collegio di Garanzia ha restituito al club i 15 punti e da allora la squadra ha perso adrenalina e qualche colpo: k.o. casalingo col Napoli, pareggio a Bologna e (finalmente) ritorno alla vittoria col Lecce, a un mese dagli ultimi tre punti.

Segnali di… gruppo

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E proprio la gara col Lecce ha mostrato segnali importanti in campo: la Juve ha giocato col giusto approccio per tutti i 90′, con personalità, attenzione e “fame”. In una parola, da squadra, e da squadra che lotta per un obiettivo comune e condiviso. La corsa di Paredes verso Pogba ancora in panca, dopo il suo primo gol in bianconero, il mega abbraccio di Gatti e Chiesa a Vlahovic, tornato a segnare dopo 84 giorni, così come il post di incoraggiamento all’infortunato De Sciglio pubblicato da Fagioli subito dopo il match sono segnali importanti per chi crede che la forza di una squadra sia nella coesione oltre che nei piedi. Senza dimenticare i tre portieri tutti per uno, come evidenziato in un significativo siparietto dopo Juve-Sporting con Szczesny e Perin, il primo vittima di un lieve malore durante il match, il secondo prezioso sostituto in quell’occasione e non solo. Con Pinsoglio non partecipe della live, ma comunque stracitato dai compagni di reparto. Compattezza e spirito di gruppo potranno essere il dodicesimo uomo in campo per la Juve, in un rush finale che promette scintille.

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