Coronavirus, tamponi e il falso positivo nel calcio

MILANO – Le modalità per l’utilizzo dei tamponi tra la Serie A e la Uefa sono diverse sia a livello temporale sia a livello di parametri per accertare la presenza del virus. Ecco perché si possono verifi care casi “debolmente positivi” alla vigilia di un match di Champions (Hakimi e Immobile) che però prima del successivo incontro di A si trasformano in “falsi positivi”.

REGOLAMENTO SERIE A. Il protocollo messo a punto la scorsa primavera per la ripresa del campionato ha subito un paio di “aggiornamenti”, l’ultimo venerdì. A giugno i controlli erano ogni 4 giorni, adesso vengono effettuati 48 ore prima di ogni sfida. In caso di positività di un membro del gruppo squadra al tampone pre gara, la negatività degli altri può essere accertata attraverso i test antigenici (quantitativi con immunofluorescenza; non quelli qualitativi immunocromografici, con il sì o no). Gli antigenici o test rapidi possono anche sostituire i tamponi fatti a due giorni dal match e i controlli, ogni 48 ore, che il gruppo squadra deve fare quando al proprio interno c’è un positivo. Se un test antigenico dà risultato anche “debolmente positivo”, il calciatore in questione può essere utilizzato solo se poi risulta negativo a un test molecolare classico, con risultato ottenuto 4 ore prima dalla partita. In Italia non c’è un ente centralizzato che fa i tamponi e ogni società si affi da a un laboratorio di propria fiducia. La Lega, dunque, non esercita un controllo sui risultati.

REGOLAMENTO UEFA. La Uefa, invece, ha stipulato un contratto con SynLab, noto gruppo di diagnostica internazionale, che fa i tamponi a tutti i club impegnati nelle coppe. Attenzione: solo tamponi classici naso-faringei. I test antigenici, ammessi in Italia, non sono contemplati in Europa. Anche sulle tempistiche però ci sono differenze: i tamponi vengono fatti tra le 72 e le 48 ore prima della gara per le formazioni che giocano in trasferta. Ciò permette di avere i risultati il giorno della partenza e di non far salire sull’aereo coloro che sono positivi. SynLab per contratto ha 24 ore di tempo per comunicare i responsi. Le squadre che giocano in trasferta possono essere costrette a ripetere il tampone al momento del loro arrivo nel Paese dove si disputa la gara se le autorità locali lo richiedono. I risultati in questo caso devono essere comunicati al massimo a 6 ore dal fischio d’inizio. La formazione che gioca in casa, invece, deve sottoporsi ai tamponi tra le 48 e le 24 ore prima della sfi da. Anche in questo caso risultati al massimo 6 ore prima del fischio d’inizio, cosa che non consente in caso di positività (anche debole) di ripetere il test per escludere un “falso positivo”. I parametri dei test Uefa sono più bassi rispetto a quelli della Serie A: basta cioè un livello di virus assai basso per risultare positivi. In Uefa un incontro si può rinviare solo se non si hanno 13 giocatori disponibili (tra i quali un portiere). Stesso regolamento in Italia con la possibilità di rinviare, una sola volta nella stagione, la sfida se ci sono 10 positività tra i giocatori nell’arco di una settimana.

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