Coppa Italia Primavera, la Fiorentina si inchina. La Roma fa festa dopo sei anni

A Salerno i giallorossi si impongono ai supplementari, i viola interrompono la serie positiva dopo quattro titoli consecutivi

Era diventata praticamente la “Coppa Fiorentina”. Ma, dopo quattro successi consecutivi viola a partire dal 2019, la Coppa Italia Primavera se la prende questa volta la Roma (2-1) dopo gli oltre 120 minuti della finalissima di Salerno. La firma decisiva, nel secondo tempo supplementare, la mette di testa il 18enne difensore greco Keramitsis: accompagnato dall’etichetta di nuovo Manolas, è nel giro della prima squadra da gennaio 2022, quando Mourinho l’ha fatto esordire in Serie A contro il Cagliari. La Roma torna così a sollevare il trofeo dopo sei anni: l’ultimo successo arrivò all’Olimpico nel 2017, contro l’Entella di Nicolò Zaniolo e Dany Mota Carvalho. Arriva anche il primo trofeo per Federico Guidi sulla panchina giallorossa, in un incrocio non banale tra le due panchine: lui, fiorentino cresciuto come tecnico nelle giovanili viola, ha negato al romano e romanista Alberto Aquilani quello che sarebbe stato il sesto titolo da allenatore della Fiorentina.

Buon inizio viola

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Nei primi 25 minuti la Roma – senza Tahirovic e Volpato, rimasti con i grandi – fa fatica a uscire dalla sua metà campo: la posizione di Berti, mezzala di costruzione tra le linee e di incursione, si rivela un enigma per la fase difensiva giallorossa. Tanta superiorità, però, non porta a rompere l’equilibrio per un difetto di precisione: Kayode dopo 10’ sbaglia di testa da due passi su assist di Filippo Di Stefano, al 26’ i due si scambiano il favore ma è l’attaccante – che Italiano ha già fatto esordire ed è gestito dall’agenzia di Francesco Totti – a masticare il tiro. Scavalcata la mezz’ora, la Roma – pur senza rendersi chissà quanto pericolosa – sembra però iniziare a prendere le misure, rientrando negli spogliatoi con lo 0-0 che è onestamente un affare per i ragazzi di Guidi.

Equilibrio

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L’approccio dei giallorossi alla ripresa sembra decisamente migliore, in una partita che torna equilibrata: ci prova due volte Cassano da fuori area – copia e incolla – senza centrare la porta, poi l’occasione più grande ce l’ha Cherubini sul destro a giro che non va lontano dal secondo palo. Proprio il numero 7 giallorosso, rischia grosso quando scalcia da terra Kayode: l’arbitro decide per il giallo e probabilmente gli fa un regalo. Il cartellino rosso invece – doppio giallo – lo rimedia a un quarto d’ora dalla fine il difensore viola Comuzzo, dopo un fallo su Cherubini. Aquilani è costretto a ridisegnare i suoi e lo fa bene, al punto che l’inferiorità numerica non si nota: Di Stefano trasmette un costante senso di pericolosità e mette sulla testa di Krastev, a due minuti dal 90’, l’assist per il possibile vantaggio fallito dal difensore che ha esordito con la nazionale maggiore bulgara.

I supplementari

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Si va così ai supplementari, partita nella partita in cui la Roma è chiamata a sfruttare l’uomo in più. E sembra farlo: filtrante di qualità per il centravanti italo-americano Giulio Misitano (entrato al posto di Padula), che scambia in area con Cassano e infila Martinelli esplodendo di gioia insieme ai tifosi arrivati dalla Capitale. Sotto di un gol e di un uomo, la Fiorentina però non stacca la spina e trova il pari nel giro di pochi minuti: sulla punizione arrotata di Amatucci, spunta ancora una volta la testa di Krastev che punisce le incertezze della difesa giallorossa e del portiere Baldi. Ma nel secondo mini tempo, quando i rigori sembrano ormai nell’aria, è un altro difensore a deciderla: su sviluppo di angolo, cross di Cherubini per Keramitsis che piazza la testata vincente all’interno dell’area piccola. Scatta la festa e la tensione sfocia in un evitabile accenno di rissa, dopo il fischio finale, per fortuna subito spenta. Per entrambe, adesso, l’appuntamento è per i playoff di campionato: dove Fiorentina e Roma – al netto di un Lecce che oggi sembra inarrestabile – hanno tutto per non porsi limiti.

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