Conti dei club, Fifa e Uefa possono sanzionare l’Italia? Gli scenari

Il nuovo ente per il controllo dei conti dei club professionistici continua ad alimentare polemiche e divisioni. “La Covisoc fin qui ha funzionato perfettamente” ha ribadito anche due giorni fa Gabriele Gravina, presidente della Figc, durante un’audizione nella commissione cultura della Camera sul decreto legge ispirato dai ministeri di Sport ed Economia; gli stessi dicasteri che si occuperanno anche di scegliere presidente e componenti della nuova struttura, previo passaggio parlamentare. Sulla questione si è dibattuto a lungo nel mese scorso, fino all’approvazione in Cdm del 24 maggio che ha portato alle dimissioni in blocco dei magistrati che componevano la commissione federale di vigilanza, destinata alla pensione. Il caso, nel frattempo, è diventato internazionale. Fifa e Uefa hanno infatti inviato una lettera nella quale «ci invitano a fare pressioni sul governo affinché si torni indietro, perché così viene violata l’autonomia dello sport», l’allarme lanciato da Gravina e recepito dai deputati.  

L’intervento di Uefa e Fifa

Le massime istituzioni del calcio hanno ricordato che per ogni federazione affiliata esiste l’obbligo di gestirsi “in modo indipendente e senza influenze indebite» e che l’inosservanza di tale disposizione «può comportare sanzioni”. Un’eventuale esclusione dalle competizioni internazionali, lo scenario più drammatico, avrebbe a dir la verità del clamoroso visto che la Fifa ha chiuso spesso gli occhi sulle violazioni dei diritti umani anche nei Paesi che hanno ospitato gli ultimi Mondiali (Russia e Qatar). Il faro di Nyon e Zurigo, comunque, è acceso. Secondo Uefa e Fifa, la commissione voluta dal governo italiano avrebbe «un impatto diretto sulla sulla concessione delle licenze Uefa» e «impedisce alla Figc di svolgere autonomamente le sue funzioni». 

I debiti del calcio e le polemiche

Il ministro per lo Sport, Abodi, ha sempre rispedito al mittente le accuse, spiegando come la misura potrà garantire più equilibrio economico-finanziario e una maggiore indipendenza dei controllori. Il Mef di Giorgetti, del resto, non intende più sorvolare sulle perdite del sistema. E anche una parte dell’opposizione è della stessa idea: «L’Inter ha 807 milioni di indebitamento lordo, la Juve 791, la Roma 688. Non sono d’accordo con le nomine governative, ma non potete nominare voi chi poi vi deve controllare» il pensiero dell’onorevole Amato (M5S). “Lo Stato italiano si avvicina a 3 mila miliardi di debito, ma non per questo pensiamo che non ci sia qualcuno che non sappia controllare – ha risposto Gravina – La Covisoc non ha responsabilità in questo: verifica se le società siano in possesso dei requisiti e dà la certezza che arrivino a fine campionato. Su 193 esclusioni dal 1987 a oggi, solo 2 casi sono stati accolti dal Tar”. Il numero uno della Figc ha evidenziato due problematiche ulteriori: i costi della commissione e i dubbi sulla periodicità dei controlli. “Si passa da 400 mila euro a 3,5 milioni. Poi c’è la verifica sui pagamenti di contributi ed emolumenti: i nostri interventi sono bimestrali o trimestrali”. 

Il vincolo sportivo e il mandato di Malagò

In chiusura, un appello sul vincolo: «L’abolizione al 30 giugno 2024 genererà un disastro. Ad esempio, i nostri giovani campioni d’Europa U17 saranno tutti svincolati. Tante società estere, vedi il Bayern, ci stanno portando via i gioiellini con un danno incredibile per i vivai». L’onorevole Berruto (Pd) ha comunque ricordato le “36 sentenze della Corte che stabilivano come anticostituzionale il vincolo”. Nel frattempo, su spinta dei club, la Figc ha già previsto un’implementazione del cosiddetto apprendistato per i giovani di serie. Interpellato sulla possibilità che anche per il presidente del Coni ci sia un quarto mandato, infine, Gravina ha detto che “sarebbe assurdo pensare di non riconoscerlo a Malagò che ha dato una svolta allo sport italiano”. Un endorsement in piena regola, dopo l’alleanza rinforzata dalla comune visione contro la commissione di vigilanza. 

 

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