« L ’assenza di Van Dijk conta, il Liverpool ha sempre la linea molto alta, la sua assenza peserà. È lui che comanda la linea del fuorigioco. Il Milan deve essere bravo ad attaccare alle spalle e creare problematiche in quel modo».
Non male quel commentatore di Sky. Prima della partita, centra perfettamente la chiave del match per i rossoneri. L’unica possibile, come dimostra l’uno-due alla fine del primo tempo. Quel signore farà carriera. Poi è andata com’è andata, il Liverpool ha rimontato e ha vinto. Ma questa è un’altra storia.
Non è il quinto Beatle, ma poco ci manca. E come tale viene trattato. Antonio Conte torna in Champions da protagonista, pur se dall’altra parte della barricata. Dalla parte di chi parla, di chi esprime giudizi. E il bello è che non ha minimamente cambiato registro dialettico. Il suo commento alla fine della partita è sovrapponibile a quello che avrebbe fatto se fosse ancora allenatore. La scelta dei vocaboli è la stessa: percorso di crescita, identità.
«Il Milan – dice – deve utilizzare questa partita nel suo percorso di crescita. È tornato in Champions con la peggiore partita possibile, con questo Liverpool, in questo stadio. E nonostante un inizio partita terribile, mantenendo la propria identità e le proprie certezze, sono riusciti a rimanere in partita, ad andare sul 2-1. E qui si vede il lavoro di Pioli. Peccato per quel gol all’inizio del secondo tempo, perché lo stadio era più silenzioso del solito. Non dimentichiamo che il Milan aveva sei giocatori debuttanti in Champions, ha iniziato un percorso nella maniera giusta, in futuro potranno togliersi grosse soddisfazioni».
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