Conte, Inter, scudetto e futuro: “Mi piacerebbe andare all’estero”

ROMA –  Uno scudetto vinto con l’Inter, l’addio e ora il futuro: Antonio Conte si racconta nella nuova puntata di “Linea Diletta” su Dazn e sono tanti gli spunti che regala il tecnico leccese. Penso di essere una persona che non si accontenta delle situazioni comode. Penso di aver scelto la situazione più difficile. L’obiettivo quando ho firmato per l’Inter era un progetto triennale per riportare l’Inter ad avere ambizione, a tornare a giocare per obiettivi importanti. Il fatto di esserci riuscito al secondo anno è stata una grande cosa”, queste le parole dell’ex tecnico nerazzurro, ora in cerca di una nuova esperienza: Fare l’allenatore sicuramente non è semplice, soprattutto se lo vuoi fare a grandi livelli e se hai anche le capacità di farlo ad alti livelli. Perchè comunque le pressioni, le aspettative, lo stress è veramente tanto. Devi essere bravo a convivere e gestire certe situazioni sapendo che ti ritrovi sempre solo”.

Conte: “Mi piacerebbe andare all’estero”

La svolta con l’Inter? A livello di campionato – ha proseguito – il momento decisivo è stato quando abbiamo sorpassato il Milan. In quel momento devi reggere la pressione, perchè da cacciatore diventi lepre. E devi capire che da quel momento in poi tutto dipende dal tuo risultato. Non dipendi da niente e da nessuno ma sai che vincendo metti pressione su tutti”. “Poteva esserci un po’ di ansia da primo posto in classifica. Invece noi abbiamo accelerato e credo quello sia stato il momento decisivo perchè da lì in poi, chi era dietro ha faticato perchè vedeva che chi stava davanti continuava a vincere”. Uno sguardo anche al futuro per Conte dopo l’addio all’Inter: Dove mi vedo tra cinque anni? Mi piacerebbe fare delle esperienze all’estero. Mi piacerebbe andare in America”.

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Conte: “Grande merito ai ragazzi per lo scudetto”

Una cosa che mi riconoscono i calciatori è che è meglio una brutta verità che una bella bugia”, ha dichiarato l’allenatore. “Su una brutta verità costruisci, anche se al momento il calciatore o la persona che lavora con te ci può rimanere male. Ma alla fine apprezza perché una brutta verità porta a un ragionamento, una riflessione e poi ad un miglioramento. I ragazzi sono maturati. È inevitabile che sono all’inizio. Per tantissimi è la prima volta ad aver vinto qualcosa di importante in carriera. Però come dico sempre, quando inizi a vincere poi la vittoria ti deve entrare nel cervello. Dev’essere tua. E sai che per vincere a volte devi esasperare alcune situazioni”. “I ragazzi sono stati veramente bravi”, ha aggiunto: “Tutti loro stanno iniziando un percorso da vincenti. Non solo hanno vinto un campionato italiano, ma hanno vinto un campionato che per 9-10 anni aveva avuto solo una storia. E il fatto che abbiano realizzato questa impresa è un grande merito”.

Conte: “Cattiveria nata dalle sconfitte”

Non poteva mancare un ricordo della sua carriera da giocatore. “Io ho avuto moltissimi infortuni durante la mia carriera. Ma mi hanno temprato molto, mi hanno dato la forza di reagire, di far si che l’evento negativo accumulasse cattiveria, ma una cattiveria di quelle giuste. Sono sempre pronto a superare le difficoltà. Da calciatore ero uno bravo. Da calciatore ho vinto tutto quello che si poteva vincere”.Nella mia carriera, sia da calciatore che da allenatore, ho vinto tanto però ho perso anche tanto. Quando perdi alcune partite – ha spiegato – comunque dentro ti rimane una ‘cattiveria’ che ti porta a non voler più rivivere quel momento e a fare di tutto per cercare di trasferire anche questo ai calciatori che a volte hanno difficoltà a capire da dove arriva questa ‘cattiveria’. Sicuramente deriva dalle cicatrici, che si sono rimarginate, ma diciamo che non ne vuoi altre, ecco”. Poi una battuta sulla famiglia: “Parlare di papà mi emoziona sempre. Il mio primo presidente e allenatore. La mia famiglia è stata molto importante per me. Da ragazzino venivi buttato in strada. Mamma e papà dovevano lavorare. Prima c’era la strada che ti faceva crescere. Ma in strada ti dovevi difendere. Papà ha avuto un ruolo fondamentale assieme alla mamma nel mio percorso. Papà è sempre molto chiuso però so che è molto orgoglioso”, ha concluso Conte.

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