Conte-Chelsea, disgelo rinviato: Kanté e Giroud non sono più obiettivi dell’Inter

I rapporti tra il tecnico e i blues restano freddi dopo il burrascoso licenziamento del 2018: da quando è nerazzurro mai un affare sulla tratta Londra-Milano

Inter-Chelsea, il disgelo è ancora lontano. Non è un caso ma una realtà inconfutabile: da quando Antonio Conte è diventato nerazzurro, ormai un anno e mezzo fa, non ci sono stati affari sulla tratta Londra-Milano nerazzurra andata e ritorno. Non consideriamo Moses che, con tutto il rispetto, aveva avuto dai Blues l’assicurazione che sarebbe stato liberato se avesse portato un club di gradimento. E la promessa è stata puntualmente mantenuta. Ci riferiamo ad affari davvero importanti, con esborsi significativi, magari in prestito con obbligo di riscatto. Nulla. Eppure, sono stati sfiorati pali e sono state colpite traverse, qualche volta ci sono stati addirittura salvataggi sulla linea. Ma alla fine nessun tipo di svolta in tal senso, semplicemente perché i rapporti tra Conte e il Chelsea, in modo particolare con Marina Granovskaia, restano moderatamente gelidi. Non di ghiaccio come un anno fa, ma tuttora da ripristinare al cento per cento. Il disgelo è tutto da dimostrare, pensiamo sempre che nella prossima sessione possa accadere qualcosa di significativo. Ma la storia della causa, con dieci milioni di euro sul conto corrente di Conte per il famoso licenziamento nell’estate che portò all’arrivo di Sarri, ha rappresentato una ferita troppo dolorosa con chiare e inevitabili ripercussioni sul mercato. E soprattutto pesano i 250 milioni spesi senza un ritorno significativo, oggi i Blues sono fuori dalla zona Champions e venivano addirittura considerati all’altezza della corsa per il titolo.

Da Alonso a Giroud

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Eppure ci sono stati tanti, tantissimi, argomenti sul tavolo. Olivier Giroud è stato vicino all’Inter, storia di un anno fa, poi decise di rinnovare e sul suo nome spesso sono state fatte speculazioni. Oggi Giroud segna e gioca, difficile immaginarlo lontano da Londra nelle prossime settimane. L’Inter aveva un buco sulla corsia sinistra, ha provato prima per Emerson Palmieri e poi per Marcos Alonso. Magari non con la convinzione assoluta di prendere uno dei due, secondo il Chelsea l’operazione in prestito con diritto di riscatto sarebbe stato un mezzo regalo. E i regali vengono fatti soltanto agli amici, non a chi (Conte) tale non si è dimostrato, pur avendo garantito risultati di spessore nel corso della sua esperienza londinese. Infatti, oggi Marcos Alonso è più vicino all’Atletico Madrid, mentre Emerson Palmieri resta sul mercato ma non a prezzi di saldo (leggi prestito). Il tempo lava tutto, anche le ferite. E il business può avere il sopravvento su qualsiasi sentimento carico di rancore. Ma nel caso specifico dobbiamo aspettare. Dopo pali, traverse e salvataggi sulla linea in sede di mercato, il nome che poteva mettere davvero d’accordo tutti era quello di N’Golo Kanté. Secondo Conte, non ci sono virgolette ma è come se ci fossero, il migliore centrocampista al mondo nell’interpretazione del ruolo: una questione di duttilità, intelligenza tattica, umiltà, predisposizione al sacrifico, importanza dentro lo spogliatoio. Kanté non era incedibile, questo lo sappiamo, ma di sicuro non lo avrebbero regalato per un pugno di noccioline. Sarebbero serviti almeno 50 milioni, possibilmente senza proporre scambi magari non graditi, ma oggi quelle ipotetiche trame di fine settembre sembrano lontane anni luce.

Le ansie di Lampard

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Ora Kanté non è più sul mercato, il Chelsea ha altri problemi. Ha preso assi pagandoli una tombola ma senza avere un riscontro dal campo. E forse per la prima volta si sta ponendo davvero il problema allenatore con un quesito semplice semplice: Lampard è davvero all’altezza dell’inesauribile sete di vittorie oppure bisogna pensare a una nuova guida? La verità è che con Conte e Sarri il Chelsea ha raccolto trofei, mentre con Frank la cosa è tutta da dimostrare. Il disgelo di mercato può attendere, a meno di sorprese oggi non preventivabili. L’Inter guarderà altrove e molto dipenderà dalla cessione di Eriksen; il Chelsea deve leccarsi le ferite e non fare regali, piuttosto rientrare delle folli spese estive.

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