Consigli Fantacalcio/ Formazioni Serie A, il personaggio è Giacomo Bonaventura: da “Jack” ad asso insostituibile (oggi, 4 novembre)

CONSIGLI FANTACALCIO 2016/2017: IL PERSONAGGIO È BONAVENTURA, DA JACK AD ASSO INSOSTITUIBILE (OGGI, 4 NOVEMBRE) – I consigli del Fantacalcio di oggi, venerdì 4 novembre 2016, sono dedicati al personaggio della settimana, il giocatore che si è distinto o quello che crediamo lo farà; l’uomo chiave per il proprio club e per la nostra Fantasquadra. In breve il calciatore che potrà decidere in positivo la prossima giornata del Fantacalcio. Curiosi di sapere su chi è ricaduta la scelta del Sussidiario? Non facciamo preamboli: il personaggio della settimana è Giacomo Bonaventura. Il centrocampista del Milan del resto non è uno che ama fare troppi franzoli: testa bassa e lavorare, questo il motto dell’ex atalantino. Eppure il talento, il genio per dar vita ad atteggiamenti da “fenomeno” non gli manca. Lo ha dimostrato anche domenica scorsa decidendo la sfida contro il Pescara con una punizione “alla Pirlo” calciata bassa, sotto la barriera, di pura astuzia e fantasia. Bonaventura, però, non è il tipo da sprecare energie su qualcosa che non sia strettamente legato al mondo del calcio. Ha voglia di vincere, di recuperare il tempo perduto, di vivere a 360° l’esperienza in una big, a patto che il Milan big lo resti davvero. Si è capito pochi giorni fa, quando Bonaventura ha ammesso che quelle parole pronunciate alla fine del campionato scorso, quel “vediamo cosa succede in estate”, celavano la voglia di essere protagonista da parte del centrocampista di San Severino Marche. Era pronto a partire, a cercare una destinazione diversa dal Milan, pur di essere protagonista all’interno di un contesto ambizioso e stimolante. E non chiamatelo ingrato o mercenario: Bonaventura non è tipo da dimenticare le occasioni ricevute. Semplicemente aveva voglia di misurarsi, di arrivare in alto, di afferrare il treno per il successo, di riscattare l’amarezza della mancata convocazione all’Europeo in una Nazionale come quella di Conte che della sua qualità e della sua fame avrebbe avuto un sacrosanto bisogno. Bisogna avere coraggio per ammetterlo: bisogna essere uomini, e Bonaventura lo è stato. Ha detto di essere stato tentato dall’addio, ma allo stesso tempo ha chiarito che gli è bastato poco per cambiare idea. Giusto il tempo di fare la conoscenza con Montella e con i suoi metodi, col suo modo di rivoluzionare lo spogliatoio senza urlare o sbattere i pugni, ma con la forza della tranquillità e di chi sa il fatto suo. A sua volta l’Aeroplanino se l’è tenuto stretto Bonaventura: lo ha studiato, lo ha analizzato, gli ha cucito addosso un nuovo ruolo, arretrandolo fino a farlo diventare il Borja Valero del Milan. E Bonaventura non ha battuto ciglio, ha messo le sue qualità al servizio del collettivo, interpretando il nuovo collocamento tattico come un’occasione di crescita, una possibilità da esplorare. Del resto Giacomo Bonaventura non è un ragazzo che impiega troppo tempo a metabolizzare un cambiamento. Nell’estate del 2014, per esempio, era ad un passo dal firmare con l’Inter: erano stati i nerazzurri a bloccare quell’ala dell’Atalanta che per anni aveva fatto bene ma in sordina, l’eco delle sue giocate smorzate dalla campana di vetro che spesso in provincia protegge ma alle volte rischia di soffocare. Poi il colpo di scena inatteso: l’Inter che non riesce a vendere Guarin, i nerazzurri che non hanno i soldi per il colpo. E qui si inserisce il condor, Adriano Galliani. L’amministratore delegato rossonero, scottato dal mancato superamento delle visite mediche da parte del parmense Biabiany, fiuta l’occasione e non si lascia sfuggire l’attimo. Mancano pochi minuti alla chiusura del calciomercato quando Giacomo Bonaventura varca l’ingresso di Casa Milan per incontrare Adriano Galliani. Al termine di una giornata emotivamente estenuante, Bonaventura firma un contratto con i rossoneri che lo proietta finalmente nel calcio che conta. Subito dopo aver siglato l’accordo scoppia a piangere, si commuove, realizza di essere arrivato veramente tanto in alto. Così ha inizio la storia di Bonaventura al Milan, con un colpo di scena inatteso: sliding doors che i tifosi rossoneri ricorderanno sempre con un sorriso. Da tappabuchi a imprescindibile il passo è relativamente breve: basta chiedere a Montella, che lo reputa talmente importante da averlo reso l’unico giocatore di movimento sempre titolare in queste prime undici giornate di campionato. E lo stesso accadrà a Palermo, dove Bonaventura proverà a ripetersi anche in zona-gol, confermandosi punto di riferimento per tutta la squadra rossonera. Giacomo Bonaventura è ormai maturo per essere leader a tutto tondo: il suo ruolo è cambiato in fretta. Su un rettangolo di gioco che può assomigliare ad un tavolo verde, Giacomo è passato dall’essere “Jack” a diventare asso insostituibile. E non importa chi dà le carte, conta averlo in mano questo jolly: Montella lo sa, chi lo ha al Fantacalcio pure. (Dario D’Angelo)

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