Conference League, Duka: "A Tirana tiferanno tutti Roma e Kumbulla"

ROMA – La coppa è arrivata a Tirana, l’emozione degli albanesi cresce, la federazione locale gongola: per Armand Duka, il presidente, aver vinto l’assegnazione di una finale Uefa è un grande risultato in termini di immagine. Figlio di un ex calciatore, Duka si è fatto strada prima come imprenditore (la sua azienda è la prima produttrice di pollame del Paese) e poi come dirigente sportivo, raggiungendo la presidenza federale già nel 2002. Ma soprattutto, nel 2019, è stato nominato membro dell’Esecutivo Fifa, aumentando la sua sfera di influenza politica. Sotto la sua gestione il calcio albanese ha raggiunto una storica qualificazione agli Europei e si è dotato del famoso stadio, l’Arena Kombetare, che ospiterà Roma-Feyenoord. E’ costato 100 milioni di euro, di cui 10 finanziati proprio dalla Federcalcio e il resto da investimenti privati. Ma non è finita. Al telefono, Duka racconta orgoglioso: «Stiamo costruendo il nuovo centro tecnico dove si ritroverà la Nazionale, così ci sposteremo definitivamente a Tirana da Durazzo».

Presidente, che aria si respira in città per la finale? 
«Siamo carichi. Questa partita per noi è cominciata già da un anno, con i sopralluoghi degli esperti. Poter ospitare un evento di questo livello farà bene a tutta l’Albania».

Come avete convinto l’Uefa ad assegnarvi la finale? 
«Avevamo già provato a ottenere una Supercoppa europea. Al secondo tentativo ce l’abbiamo fatta».

Lo stadio è piccolo, però. Ci sono state tante proteste dei tifosi. 
«E’ vero, è piccolo. Ma è un vero gioiello. Anche la Roma, quando è venuta a visitarlo, è rimasta sorpresa dalle nostre strutture. Purtroppo non ci sarà posto per tutti».

L’altro problema è il rincaro di alberghi e appartamenti, con disdette strategiche per lucrare. 
«A me questa storia delle disdette sembra una leggenda metropolitana. Sui prezzi invece capisco: se vai a Parigi per la finale di Champions o a Milano per la fiera succede la stessa cosa».

L’Uefa ha distribuito la maggior parte dei biglietti agli albanesi. 
«E’ un vantaggio per la Roma, perché in tanti hanno comprato i biglietti per gli amici italiani».

Quindi anche lei tifa Roma. 
«Certamente. Da quando è iniziata la Conference. Spero che vinca anche se le finali non sono mai prevedibili. Basta guardare Eintracht-Rangers. Ma Mourinho ha il giocatore più forte».

Chi? 
«Kumbulla, ovviamente (ride, ndr). Mi auguro che possa giocare, è un pilastro della nostra nazionale».

Parlando del calcio albanese, come mai da dieci anni scegliete solo allenatori italiani? 
«Perché sono disciplinati, tatticamente preparati e conoscono bene la nostra mentalità. Con loro poi non c’è problema di lingua».

Quindi andate avanti con Reja. 
«Certo. Ha la nostra fiducia. Peccato non aver centrato gli spareggi mondiali: abbiamo pagato la sconfitta con la Polonia».

In Italia c’è una pattuglia di calciatori albanesi di prospettiva. 
«Già. Ma non mi sorprende. Nel vostro Paese ci sono 130.000 albanesi che giocano a calcio, una cifra simile a quelli che lo fanno da noi».

C’è un talento albanese di cui prevede l’esplosione? 
«Armando Broja, attaccante 2001 di proprietà del Chelsea. Ha già fatto ottime cose nel Southampton, in prestito, e in nazionale già segna».
Prendiamo nota.

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