Conceiçao, non è solo un prestito: la clausola e l’intesa Juve-Porto

In giornata Conceiçao planerà su Torino. E, meglio specificare subito, si tratta di Francisco, ennesimo figlio d’arte di una Juventus che – attualmente – in organico presenta anche Chiesa, Weah e Thuram in versione Junior. Meglio specificare perché, in realtà, papà Sergio nel capoluogo sabaudo ha lasciato più d’un brutto ricordo in carriera: dal gol decisivo nella Supercoppa Italiana del 1998, con la maglia della Lazio, alla cocente eliminazione ai danni della Juventus negli ottavi di finale della Champions del 2021, sulla panchina del Porto. E proprio dai Dragoes, che lo stesso Sergio ha guidato fino a poche settimane fa, arriva ora in bianconero il baby Francisco, classe 2002. Il colpo per rinforzare le corsie esterne di Thiago Motta, fino a ieri pomeriggio reparto ai minimi termini a livello numerico, era nell’aria già da qualche settimana. Ma soltanto nelle ultime ore si è arrivati a dama con la formula dell’operazione, dopo che il club di André Villas-Boas aveva rispedito al mittente, leggi alla voce Cristiano Giuntoli, una proposta di prestito con semplice diritto di riscatto.

La strategia di Giuntoli

A fronte dell’impossibilità, nell’immediato, di assicurare un futuro acquisto definitivo del giocatore, allora, il direttore tecnico bianconero ha virato su una differente soluzione, alzando in modo sensibile la cifra per il prestito secco. Strategia vincente, dal momento che l’omologo lusitano Andoni Zubizarreta ha dato il via libera alla partenza di Conceiçao a fronte del pagamento di sette milioni di euro più bonus. Quanti? All’incirca tre, destinati a scattare con la qualificazione dei bianconeri alla Champions League della prossima stagione. La Juventus ha così sbloccato il mercato in entrata sul fronte offensivo, negli stessi istanti in cui la Fiorentina apriva definitivamente alla partenza di Nico Gonzalez, mentre il Porto ha dribblato una grossa grana interna, alla luce della volontà del ragazzo di lasciare i biancoblù dopo il repentino e burrascoso licenziamento del papà. Tutto fatto: merito anche del plenipotenziario Jorge Mendes, procuratore del ragazzo, che ha mosso i fili giusti dietro le quinte.

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