Conceiçao: “CR7 il migliore al mondo, ma questo non è uno sport individuale…”

La vigilia del tecnico del Porto: “In alcuni momenti dovremo stare un po’ più bassi a difenderci, vista la forza della Juve. Che non è solo Cristiano…”

Il 2-2 col Boavista, con successivo sfogo del tecnico Sergio Conceiçao (“Il peggior primo tempo da quando alleno”) non può illudere la Juventus. Il Porto del campionato è molto differente da quello di Champions. In Europa ha preso gol in una gara su 6, nella Liga i problemi sono proprio di tenuta difensiva. Pirlo si troverà di fronte una versione più solida, più chiusa: “Concentrazione massima, quello che è successo nelle ultime gare non è normale – dice l’ex giocatore di Inter e Lazio -. Sono nervoso per natura e mi arrabbio. Ne abbiamo parlato con i giocatori, non è normale subire tanti gol in campionato, ha a che vedere con la forma con cui attacchiamo e gli spazi che concediamo alle ripartenze”.

MENTALITÀ DIFENSIVA

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L’impressione è che contro i bianconeri cercheranno di ridurli al minimo: “In alcuni momenti dovremo stare un po’ più bassi a difenderci, vista la forza della Juventus, ma sfruttare le occasioni che ci concederanno”. Non si può non parlare di Ronaldo, a maggior ragione in Portogallo: “Non è uno sport individuale, anche se parliamo di Cristiano Ronaldo, che il migliore al mondo. Dobbiamo ridurre lo spazio di Cristiano, capendo quello che si cerca: in area di rigore è un giocatore letale, e dobbiamo lavorare su tutti i loro movimenti d’attacco, non solo i suoi”.

CRISTIANO E L’ITALIA

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Sergio Conceiçao, che spiega come il suo 4-4-2 possa evolvere tranquillamente in un 3-4-3 (altro calcio “fluido”) ha poi ricordi diretti non solo del numero 7, ma più ampiamente del calcio italiano. Era nell’Inter quando Cristiano giocò contro i nerazzurri il suo primo preliminare in Champions, con lo Sporting, e i due per 17 minuti si contesero una fascia: “Mi ricordo bene, ero un ragazzo. Oggi 19 anni dopo Cristiano è un orgoglio per tutti i portoghesi. I numeri parlano da sé, non servono altri elogi, la sua carriera è straordinaria, non è importante sapere se è il migliore di sempre, ma conta applaudirlo”. Il suo passato italiano gli ha invece insegnato molto: “Gli anni che ho passato in Italia sono stati molto importanti, al tempo era forse il campionato più duro del mondo. Con i differenti tecnici che ho avuto ho appreso molto. Ma essere allenatore è un ruolo completamente diverso da quello del giocatore”. Un avvertimento per Pirlo, alla prima sfida a eliminazione diretta in Champions?

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