Con Allegri il miglior Dybala juventino: Max sa come esaltarlo. Ma con CR7…

In bianconero l’argentino non ha mai segnato quanto negli anni col tecnico livornese. Frutto anche della posizione in campo. Ma tutto passa dalla definizione del dualismo con Ronaldo

Le stagioni più prolifiche di Paulo Dybala in bianconero sono state con Massimiliano Allegri. Al primo anno alla Juve, 23 gol di cui 19 in campionato. Al secondo, quello dell’ultima finale di Champions League, 19 gol di cui 11 in campionato. Al terzo il top, 26 gol di cui 22 in campionato. Al quarto, sempre con Max Allegri, è arrivata in verità anche la stagione della crisi di identità, perché con l’arrivo di Cristiano Ronaldo e alla sempre complessa ricerca degli equilibri più proficui la posizione della Joya si è allontanata dalla porta per un ruolo di “tuttocampista” per fare dell’argentino uno splendido tessitore di gioco, ma al prezzo di rischiare di snaturarlo (rilanciato poi l’anno dopo da Sarri, che aveva trovato una diversa idea di coesistenza, avanzando Dybala tornato a esaltarsi anche come uomo dell’ultimo passaggio).

Seconda punta e contorno

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Il nuovo allenatore della Juve ha sempre avuto tra le sue virtù più grandi la gestione dei talenti a disposizione, ma visto anche il precedente è solo logico dedurre che l’Allegri-bis passi da una definizione del dualismo in attacco. Le questioni contrattuali investono altri livelli del club, ma è logico che la parola del tecnico – che torna con mansioni dichiaratamente anche da manager – abbia un bel peso. Senza Ronaldo, Dybala potrebbe ritrovare quella posizione da seconda punta vera in appoggio a una prima punta più convenzionale, come è stato Higuain e prima di lui Mandzukic. Ma già anche Morata, il cui feeling tecnico con Dybala è noto, in attesa di vedere chi completerà il reparto. Con Chiesa e Chiesa e Kulusevski sulle fasce, nelle posizioni che erano state di Mandzukic e di Douglas Costa.

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