Come sta l’Inter: infermeria (quasi) vuota. E Sanchez scalpita

Lo 0-0 di Udine, un passo indietro rispetto al 2-0 sulla Juventus, pesa ma la partita di martedì tiene alta la tensione del gruppo. Vecino si avvicina al rientro, il cileno insidia Lautaro

Il rammarico per uno 0-0 deludente e di un aggancio fallito è evidente, ma un timido sorriso può comunque portarlo quel punticino ‘costruttivo’, che la porta a -2 dalla capolista: così la trasferta di Udine non è totalmente da buttare, anche se ovviamente l’Inter puntava a presentarsi al derby di martedì a quota 43 punti, gli stessi di un Milan annientato da un’Atalanta semplicemente perfetta. Sabato a San Siro arriverà il sorprendente Benevento di Inzaghi, sarà un’occasione da non fallire per restare in scia dei rossoneri, a loro volta impegnati nella non facilissima trasferta di Bologna. Martedì, però, la Serie A non conterà perché in palio c’è la semifinale di Coppa Italia, probabilmente contro una Juventus che sfiderà la Spal. Vediamo, quindi, come Lukaku&Co arrivano al primo dei due derby in programma in poco meno di un mese.

Condizione fisica
Lo 0-0 con l’Udinese non può soddisfare, per il punteggio e la prestazione. Spessissimo gli allenatori, nell’analizzare un pareggio o una sconfitta, cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno considerando, appunto, una prova magari positiva. Ieri alla Dacia Arena, però, in questo senso l’Inter non ha risposto: il passo indietro rispetto al 2-0 sulla Juventus è evidente a livello di intensità, gioco, inventiva e voglia di vincere. Non che i nerazzurri non ci abbiano provato fino alla fine, ma nel report post-match – alla voce ‘parate effettuate’ – accanto al nome del buon Musso c’è ‘uno’, ovvero il super intervento del primo tempo sull’amico Lautaro. In generale, comunque, nulla può essere allarmante: giocare ogni tre giorni non è facile per chiunque, anche se da una rosa come l’Inter – parlando sempre dello 0-0 di ieri – sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più. Contro il Benevento c’è tutto per poter mettere in tasca i tre punti e sperare nello sgambetto di Mihajlovic, che con il suo Bologna ospiterà il Milan al Dall’Ara. Che possa essere la volta buona per l’aggancio?

Condizione mentale
Una vittoria contro Gotti e i suoi avrebbe dato parecchia carica in vista del derby, ma tant’è. Psicologicamente la squadra sta bene, grazie soprattutto alla grinta di Conte. Uno che sa benissimo – considerando inoltre una Juventus da up&down finora – che quest’anno lo scudetto è una possibilità concreta. L’eliminazione in Champions League e il quarto posto non hanno prodotto ripercussioni a livello mentale, al contrario Antonio si è convinto che la mancanza dell’impegno europeo potrebbe essere un fattore magari decisivo nella corsa al titolo. In ogni caso, nonostante a parole il tecnico abbia fatto capire abbastanza chiaramente che la Serie A sia l’assoluta priorità (pure per una questione economica), la Coppa Italia non può essere snobbata: un k.o. contro il Milan (sarebbe il secondo considerando quello dell’andata in campionato) sarebbe parecchio fastidioso. Anche a livello psicologico: in questo caso il face to face del 21 febbraio in campionato creerebbe ulteriore pressione.

Gli assenti
Nessun squalificato per Conte, che dovrà rinunciare per infortunio a D’Ambrosio (out per una distrazione del legamento collaterale mediale del ginocchio accusata contro la Sampdoria, potrebbe tornare nel giro di 15 giorni) e a Vecino: il recupero dell’uruguaiano, operato il 21 luglio scorso a Barcellona per una sofferenza meniscale e in campo nel test di mercoledì ad Appiano contro la Pro Sesto, procede e non è da escludere la convocazione. Niente da segnalare dopo la trasferta di Udine: il risultato lascia l’amaro in bocca, l’infermeria resta vuota, o quasi.

Le possibili scelte
Nell’allenamento di questa mattina (squadra in campo attorno alle 11) si inizierà a pensare all’undici anti-Milan, anche se già nel post-match di Udine qualche indizio è arrivato: “Valuterò sia gli acciaccati che quelli che finora hanno trovato meno spazio”, ha spiegato Conte. Tradotto: qualche cambio ci sarà, magari in favore di Darmian, Sensi e Sanchez al posto di Young (oppure Hakimi), Vidal e Lautaro. Per il resto, davanti ad Handanovic, spazio a Skriniar, De Vrij e Bastoni con Barella e Brozovic (rispettivamente in ballottaggio con Gagliardini ed Eriksens) a completare il centrocampo. Davanti, ovviamente, il solito Lukaku.

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