Come si vende il Milan: Investcorp, RedBird e i possibili sviluppi dell’operazione

La possibile acquisizione del Milan è ormai una piazza virtuale in cui piomba ogni giorno un retroscena, spesso in contrasto col precedente, o l’indiscrezione clamorosa uscita da chissà dove. In realtà, si lavora all’operazione in stanze chiuse da cui le parti non lasciano trapelare nulla e gli advisor sono vincolati al più rigoroso segreto professionale.
Si sa con certezza dell’esistenza di due proposte (Investcorp e RedBird) pervenute alla proprietà nelle ultime settimane. La stampa finanziaria internazionale ne ha riferito, divulgando cifre da non prendere al centesimo (come spiegheremo più avanti), precisando che Investcorp ha goduto per 15 giorni di un’esclusiva ormai scaduta. L’esistenza di due acquirenti è stata confermata da Scaroni: pur non essendo un decisore nell’affare, il presidente del Milan è comunque a conoscenza dei fatti. Scaroni ha precisato che «ci vuole del tempo per completare il perimetro delle offerte, capirle bene e per compararle».

I dettagli

Che significa «perimetro dell’offerta»? In un’acquisizione il prezzo è uno degli elementi dell’offerta, non sempre il più importante. Spesso le proposte contengono dettagli sulla struttura finanziaria: pagamento in cash o attraverso carta (escluso tra due fondi) ma anche l’eventuale presenza di prestiti-ponte concessi da banche o investitori finanziari (da negoziare), finanche l’accensione di debito in capo alla società acquisita che configura tecnicamente un LBO (leveraged buy out): comprare una società attraverso debito da mettere a carico della stessa società. Elliott ha fatto sapere di non essere disponibile a tale struttura. Altro elemento in gioco è il timing dei pagamenti, non tanto come dilazione ma in rapporto a elementi che configurino compartecipazioni nel rischio tra compratore e venditore. È il caso delle clausole di earn-out che condizionano parte del prezzo al raggiungimento, negli anni, di specifici obiettivi (fatturato, utile ecc.). Perciò sarebbe sbagliato pensare che Elliott abbia esclusivo interesse a incassare il corrispettivo massimo dall’operazione: la gestione futura può danneggiare il venditore che può ritenere di tutelarsi. Ecco perché, in certi casi, si preferiscono offerte di valore inferiore se quella più alta contiene condizioni rischiose. Non ha dunque senso ipotizzare confronti di prezzo in base a illazioni piuttosto casuali, senza conoscere i dettagli delle proposte.
Sul presunto ultimatum che Investcorp avrebbe lanciato a Elliott, occorre ricordare che l’aut-aut a mezzo stampa è quanto di più lontano dalla dialettica tra due controparti finanziarie di tale profilo. In una trattativa l’ultimatum si dà semmai inviando una proposta vincolante valida entro un termine di alcuni giorni. Su quella il venditore deve valutare la convenienza ad accettarla o meno. Qualcuno ci ha visto una exit strategy di Investcorp non riuscendo a mettere in piedi una proposta ma siamo nel campo delle illazioni.

Il futuro

Che Elliott tentenni o invece rilanci, perché sorpreso dal prezzo dell’operazione Chelsea, pare francamente inverosimile. Intanto perché la cessione dei Blues era in pista da due mesi, l’ordine di grandezza noto da tempo nella comunità finanziaria e anticipato dalla stampa. Poi perché le esitazioni di una parte sono in genere interrotte da una proposta vincolante a breve scadenza. 
In tutto ciò, è nata una nuova categoria di tifosi: quelli di un potenziale azionista rispetto all’altro. Agitati da aspettative irrealistiche sulle capacità di spesa per il mercato, fuorviati da informazioni irrilevanti (gli asset in gestione del fondo assunti a metro della potenza di fuoco), suggestionati da luoghi comuni (arabi spendaccioni e americani parsimoniosi). Come già scritto, in realtà, chi prenderà il Milan ne acquisterà anche la gestione virtuosa condotta da Elliott in questi anni. Farà differenza la capacità di incrementarne i ricavi o di competere ottimizzando le risorse, cosa che la dirigenza rossonera ha dimostrato di fare con maestria. Sull’esito della trattativa, in assenza di notizie, sarebbe meglio abbassare i toni e concentrarsi sul finale di stagione.

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