Come nasce il Bologna di Thiago Motta: ecco cosa cambierà

BOLOGNA – Quel Genoa del 2008-09 allenato da Gian Piero Gasperini che arrivò quinto in campionato e conquistò la partecipazione all’Europa League è come se per certi versi avesse fatto scuola. È la scuola Gasp che tanto è rimasta addosso anche a chi giocava in quella squadra, affascinato dall’intensità e dall’aggressività che buttava dentro il campo tutte le partite. Quel Genoa non soltanto faceva impazzire il suo popolo e anche… gli avversari, divertiva (appunto) gli stessi suoi calciatori, che si ritrovavano e soprattutto credevano fortemente in quello che facevano. E ci credevano talmente da aver sposato successivamente quell’idea di calcio una volta diventati allenatori. In quella squadra era arrivato a luglio l’uomo che il Bologna ha scelto per prendere il posto di Sinisa Mihajlovic, e oltre a Thiago Motta (Diego Milito, Domenico Criscito, Andrea Signorini e… Gene Gnocchi) c’erano Ivan Juric, Matteo Paro attualmente suo braccio destro nel Torino, poi Salvatore Bocchetti che è stato nello staff di Igor Tudor. Dove vogliamo arrivare è facile: è vero che ciascuno di loro ha costruito il proprio credo calcistico aggiungendo magari anche qualcosa di diverso, ma è altrettanto vero che tutti questi tecnici non solo sono legati a Gasperini ma più o meno stanno proponendo anche i suoi concetti. Sì, proprio i concetti di gioco che abitavano in quel Genoa del 2008-09 che facevano esplodere Marassi.

Thiago Motta, come cambia il Bologna

Thiago Motta (il cui arrivo a Bologna è previsto per oggi, poi sarà lui stesso a decidere se guardare il derby contro la Fiorentina dalla tribuna o in tv) è intenzionato a cambiare il Bologna dal punto di vista tattico e da lunedì lavorerà per modellarlo sia sul 4-2-3-1 che sul 4-3-3. Che tra l’altro sono due sistemi di gioco che questa squadra conosce bene avendoli già portati avanti e che poi Sinisa decise di abbandonare dopo la batosta di Empoli e aver parlato con i suoi calciatori il giorno successivo, ritenendo che quel Bologna facesse troppa fatica a mantenere i giusti equilibri e le necessarie distanze tra i reparti. Ecco, è come se ora Thiago Motta chiedesse ai suoi nuovi calciatori gli stessi connotati che chiese anche Miha al suo primo Bologna, quando arrivò, lo rilanciò e fabbricò una rincorsa straordinaria. Vi ricordate cosa disse? Che voleva più intensità, aggressività, coraggio, che avrebbe voluto difendere più alto per poi aver meno strada da fare per arrivare nell’area avversaria. Ebbene, anche Thiago Motta pretenderà che il suo Bologna faccia altrettanto, pensando di avere gli uomini giusti per poterlo fare. Se come Gasp e Juric deciderà di far giocare la sua squadra anche a uomo come l’Atalanta e il Torino? No, questo no, almeno a oggi non sembra la sua idea, poi se con il tempo la rivisiterà lo scopriremo con il tempo.

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Bologna, Medel non ha paura

Certo, questo Bologna ha gli uomini per poter giocare questi due sistemi di gioco, poi è evidente che dovrà lavorare e sacrificarsi molto nella fase di difesa per poter restare corto, equilibrato e compatto. C’è di più: per tutti i ruoli ha due calciatori, e questo è importante in un campionato tanto competitivo e atipico come questo. Uno può pensare che nella difesa a 4 il calciatore rossoblù che rischia maggiormente il posto sia Gary Medel, ma a tale proposito va detto quanto segue: giocando con la difesa più alta la sua velocità può diventare importante, poi non va dimenticato come nel Cile sia impiegato nella linea a 4 proprio come uno dei due difensori centrali. Insomma, poco ma sicuro per nessuno sarà un compito facile togliere il campo al Medel di oggi.

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