Col Psg Rabiot c’è, Parigi è casa sua. Paredes e Di Maria, ex avvelenati

Il francese ha superato l’infortunio e torna a disposizione. Gli argentini hanno gran voglia di riscatto

Parigi li ha sedotti e poi abbandonati, Adrien Rabiot escluso. Anche se la storia sotto la Tour Eiffel non è stata uguale per tutti. Quella di Angel Di Maria, per esempio, è stata piena di amore e trofei. Il Fideo forse non è mai stato la stella al Parco dei Principi, ma solo perché la galassia del Psg è luminosa come poche altre nell’universo. Prima Ibrahimovic, poi Neymar, Mbappé e Messi. Gente di un altro pianeta. A Parigi, però, Di Maria si è preso la soddisfazione di vincere 19 trofei da protagonista. E anche Leandro Paredes, Adrien Rabiot e Moise Kean hanno aggiunto coppe e campionati al loro palmares personale. All’appello è sostanzialmente mancata solo la Champions. Ed è proprio nella competizione tabù per il Psg (ma da oltre 26 anni anche per la Juventus…) che domani tutta la banda torna a Parigi. Anche se, si spera, non in visita di cortesia.

adrian c’è

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Intanto, Rabiot torna a disposizione. Il centrocampista francese aveva saltato la trasferta di Firenze con la Fiorentina per un problema fisico. Ieri si è allenato regolarmente e c’è fiducia di rivederlo già domani sera nella mediana bianconera che affronterà il Psg. Dopo un’estate passata in bilico tra Torino (fisicamente) e Manchester (non era solo una fantasia, se solo lo United avesse detto sì alle richieste esose di mamma Veronique…), Rabiot è rimasto alla Juve, ma Max Allegri non si è fatto condizionare dal tourbillon di mercato. Subito titolare contro la Samp, dopo aver scontato il turno di squalifica con il Sassuolo. E ancora dal 1’ con Roma e Spezia. Con prestazioni discrete, giusto aggiungerlo. Poi lo stop, per una botta rimediata nel match contro i liguri. Niente di grave ed eccolo pronto al ritorno a Parigi. Lui che è nato a due passi dalla capitale e al Psg è diventato uno dei giocatori più promettenti di Francia, prima di “scappare” alla Juve. I suoi concittadini non la presero benissimo ai tempi.

il fideo e leo

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Per Di Maria, invece, sarà l’occasione per ritrovare Leo Messi. I due a novembre proveranno a trascinare l’Argentina al Mondiale in Qatar. Sono i veterani, oltre che i leader tecnici della Seleccion, dove un posto (quasi) garantito c’è pure per Paredes. I tre sono stati tutti convocati, ieri, dal c.t. Scaloni per le amichevoli di fine mese con Honduras e Giamaica. Ma se con l’anima albiceleste del Psg il feeling resiste, il saluto a Parigi non è stato privo di rimpianti. Il carico pesante lo ha messo (sui social) la moglie Jorgelina a maggio, quando il club comunicò ufficialmente la fine del rapporto con il Fideo: «Trentaquattro anni non sono niente se il tuo calcio dice che sei ancora giovane, ma i dirigenti ti hanno detto addio. Un’altra squadra beneficerà dei tuoi servizi come meriti e tirerà fuori il meglio di te». Quella squadra è la Juve e il destino offre ora ad Angel la chance di vendicarsi, sportivamente parlando. Di Maria, però, non arriva alla sfida di Parigi al massimo della forma, anzi. Prima lo stop di 20 giorni dopo l’esordio con gol alla 1a contro il Sassuolo, poi i 45’ faticosi di Firenze. All’intervallo il Fideo ha chiesto senza troppi giri di parole il cambio, rimanendo con la faccia scura in panchina a guardare il secondo tempo. È acciaccato, ma come scrisse Jorgelina nel proseguo del messaggio di addio al Psg, Di Maria «dentro è un guerriero». Perciò vorrà esserci a tutti i costi al Parco dei Principi. Lì dove sino a una settimana fa era seduto in panchina Paredes. Leandro può svelare ad Allegri i segreti di Galtier, ma basta per fermare Messi, Neymar e Mbappé?

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