Classe e potenza tra fasce e mediana: così coi tre assi Allegri ridisegna la Juve

Il croato e l’argentino aggiungono soluzioni sulle ali portando inventiva e nuove variabili, il francese dell’United dà qualità e fisicità al centrocampo

Perisic e Di Maria sulle ali aggiungono soluzioni, Pogba è l’ideale per la mediana: così i possibili nuovi acquisti della Juventus permettono ad Allegri di variare sistema di gioco. Dal 4-3-3 di partenza i bianconeri potrebbero tornare al 3-5-2 che ha dato spesso garanzie a Max nella sua precedente esperienza a Torino.

Ivan Perisic è stato tra i migliori giocatori del campionato, probabilmente il migliore dell’Inter. Alla Juve tornerebbe al ruolo originario, quello di ala sinistra che lo ha rivelato al calcio europeo, quando era al Wolfsburg e poi al Borussia Dortmund. È quello che riveste nella Croazia, con cui ha giocato la finale del Mondiale 2018, e in cui è stato utilizzato nel Bayern, con cui ha giocato e vinto la finale di Champions 2020. Non sono dettagli scontati, questi traguardi: il croato è un elemento di spessore internazionale, pronto. Anzi, prontissimo. Come vuole Allegri. Il tecnico della Juve avrà così un elemento più funzionale in quella posizione, ricalcando le capacità offensive di Morata – che con l’arrivo di Vlahovic aveva traslocato da quelle parti – e di Mandzukic – una delle invenzione tattiche più funzionali di Max – ma con una maggiore propensione al lavoro difensivo. Quello lo ha imparato con Conte nell’anno dello scudetto e sublimato quest’anno con Inzaghi. Certo, all’Inter ha giocato a tutta fascia nel 3-5-2. Non è un male, al contrario. La sua presenza amplia il ventaglio tattico di Allegri, che potrebbe tornare proprio alle origini juventine (ereditò il 3-5-2 con la BBC da Conte) e si potrebbe pensare a Cuadrado e Perisic sugli esterni con una coppia d’attacco Vlahovic-Chiesa (quando Fede sarà recuperato).

Angel Di Maria ha un discreto curriculum: ha vinto praticamente tutto. Gli manca il Mondiale, ma pure lui, come Perisic, ha giocato una finale, nel 2014 in Brasile. Il Fideo, nei movimenti, è come il cavallo degli scacchi: imprevedibile con i suoi scarti interno-esterno o esterno-interno. Anche nelle squadre più ricche – il Real Madrid, l’Argentina di Messi, il Psg – è stato spesso l’elemento di imprevedibilità. Nello scacchiere tattico della nuova Juventus, occuperebbe la casella all’ala destra, da dove può rientrare per usare il mancino. Di fatto, sarebbe lui a ereditare i compiti che sotto Allegri sono spesso toccati a Dybala, trequartista sì ma quasi sempre con la tendenza a costruire gioco sul centrodestra, da dove l’uso del mancino gli apriva la visione di tutto il campo. E pure in termini realizzativi, tutto sommato, il Fideo e la Joya non sono poi così distanti. I movimenti a rientrare lasciano ipotizzare anche una connessione efficace con Cuadrado, al quale potrebbe lasciare l’ampiezza sulla fascia per entrare nel campo. Intelligenza ed esperienza rendono Di Maria impiegabile anche in altre posizioni, in cui si è già cimentato in carriera: trequartista ma soprattutto mezzala, come nel Real Madrid di Ancelotti che conquistò la Decima o proprio nell’Argentina 2014. Perché ha classe indiscutibile ma pure corsa e sostanza.

Nel pensiero calcistico di Allegri, Paul Pogba si avvicina parecchio al prototipo del centrocampista perfetto. Poderoso nell’impatto fisico, capacità di corsa lunga e raffinato nella tecnica nello stretto, sa concludere dalla distanza, colpire di testa, contrastare e ripartire. Insomma, non lo scopriamo certo oggi, il Polpo, anche se il suo ritorno al Manchester United non si è rivelato particolarmente felice. Perché è stato impiegato in ruoli “strani” (centrale in una mediana a due, a volte esterno sinistro…), o forse perché le sue caratteristiche, da quelle parti, non sono particolarmente peculiari, almeno non quanto lo sarebbero (di nuovo) in Serie A, dove Pogba è uno che fa la differenza. Un Pogba in perfette condizioni fisiche, ovviamente. Allegri vuole questo tipo di centrocampista. Uno che palla al piede può spaccare il campo in verticale: Zakaria e Rabiot, certo, con la differenza che Pogba lo può fare con un quintale di qualità in più. Nell’assetto tattico più ipotizzabile – una mediana a tre, poco conta se protetta da una linea a tre o a quattro -, il francese campione del mondo può fare il regista, certo, ma molto più probabilmente tornerà mezzala, come nella sua prima esperienza juventina. Volendo, pure da trequartista, altro ruolo già interpretato. Si è pure liberata da poco la maglia numero 10 che ha già indossato.

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