Ciclismo europeo, si riparte domenica 18 aprile col trittico delle Ardenne, poi 8 maggio: al via il Giro d’Italia

Ciclismo europeo. Archiviato il Giro dei Paesi Baschi. Posticipata al 3 ottobre la mitica Parigi-Roubaix. Ora il ciclismo europeo mette in vetrina il trittico delle Ardenne, tre classiche in otto giorni. Ghiotto antipasto del Giro d’Italia che parte da Torino l’8 maggio e si conclude a Milano dopo 21 tappe e 3.450 chilometri.
Il ciclismo entra nel vivo. Prima dei grandi Giri a tappe. Il trittico delle Ardenne comincia domenica 18 aprile, come da tradizione, con la Amstel Gold Race. Seguiranno la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi. Che chiude la cosiddetta “Campagna del Nord“.

Tre gare in otto giorni.  Campagna iniziata  il 29 marzo  con la Gand-Wevelgem vinta dal belga Van Aert. Davanti ad un formidabile terzetto azzurro (Nizzolo, Trentin, Colbrelli).

Poi il Giro delle Fiandre, il giorno di Pasqua. Tutti si aspettavano Van der Poel (vincitore sulle Strade Bianche) o Van Aert (due tappe alla Tirreno-Adriatico).Niente.I fenomeni sono rimasti all’asciutto. A Sanremo ha vinto Stuyven, al Fiandre si è imposto Asgreen.

Ciao big. E nel conto di questo inizio di stagione avaro per i super campioni non sfugge l’iridato Alaphilippe, ottava stagione con la squadra belga della Quick Step. Solo una tappa alla Tirreno-Adriatico quest’anno. E niente più. Il ciclismo è pieno di sorprese.

Dai Paesi Baschi un segnale forte di Primoz Roglic,  tornato ad essere il campione che è sempre stato.

Lo sloveno, leader della Jumbo-Visma, quest’anno ha già infilato cinque vittorie. Brillante alla Parigi-Nizza (corsa persa all’ultimo giorno per una doppia caduta; ha vinto il tedesco Maximilian Schachmann) si è prontamente riscattato. Vincendo, sabato scorso, il Giro dei Paesi Baschi. Il connazionale Pogacar, che gli aveva soffiato il Tour al penultimo atto (la cronoscalata di La Planche des Belles Filles), si è piazzato terzo nella classifica finale. Ma il duello tra sloveni promette altre sfide interessanti.

La gara ciclistica più famosa d’Olanda quest’anno si svolgerà in un circuito di 16,9 chilometri, da ripetere 12 volte. E senza pubblico.

Nemmeno i residenti potranno stare a bordo strada. La partenza verrà data non più sulla Vrijthof di Maastricht ma all’interno di una area chiusa in cima al Cauberg. La collina chiave della corsa, con una pendenza media che oscilla tra il 5% e l’8% mentre la massima non va oltre il 12%.

Al via 25 squadre alla gara di ciclismo più famosa d’Olanda

Il parterre è di alto livello ma non ci sarà Van Der Poel. Sono 19 le formazioni WorldTour (cioè di massima divisione). Al loro fianco 6 squadre professionali invitate dalla organizzazione, ma ancora una volta non ci sarà nessuna italiana.

Tra i big da segnalare la presenza di Alaphilippe, Mollema con Stuyven. L’australiano Clarke con il compagno di squadra Sean Bennet. Il francese della Groupama David Gaudu. Gilbert della Lotto  Soudal, naturalmente Roglic, Fuglsang della Astana, Kwiatkowki e Carapaz della corazzata Ineos.

La pattuglia italiana con gli azzurri nelle varie squadre. Da Bettiol a Trentin. In tutto 14 corridori.

La starlist è provvisoria  ma gli italiani del ciclismo ci sono

Pochi ma affidabili. Kristian Sbaragli, da quest’anno alla Alpecin-Fenix, dovrà aiutare i suoi 6 compagni del team. Idem Cattaneo per il suo capitano Alaphilippe e Benedetti per Schachmann. E così faranno De Marchi, Oldani e Colbrelli.

Rota è in una squadra con cinque belgi e un olandese, Battistella dovrà assecondare Fuglsang. Bettiol, capitano della EF Education-Nippo, punterà invece ad infilarsi nella fuga vincente, come gli è riuscito al Giro delle Fiandre due anni fa interrompendo un digiuno italiano che durava dal 2007 ( vittoria di Alessandro Ballan ). Ricordiamo i suoi ultimi 19 chilometri in solitaria quando – con astuzia, forza e cuore – beffò tutti, volando sulle rampe impossibili del Paterberg per poi tagliare mio traguardo a braccia alzate. Ci sono poi Marco Canola e Simone Velasco intruppati nella Gazprom-Rusvello ( squadra russa con sede  in Svizzera ) e il loro gregariato è già tracciato. Così come è tracciato quello di Diego Rosa, buon scalatore, già in forza a due corazzate ( Astana e Ineos ) , oggi nel team Arkea-Samsic, squadra francese di stanza a Rennes, in Bretagna.

E poi c’è Trentin, l’imprevedibile.  Oro agli Europei  su strada a Glasgow dove ha battuto in volata Van Der Poel e Van Aert. E poi argento ai Mondiali nello Yorkshire. È uno specialista delle classifiche. Ha un ottimo spunto veloce. E anche una buona accelerazione sulle salite brevi.

Quest’anno il “ lampo di Borgo Valsugana “ corre per la UAE Emirates. Alla Amstel sarà in compagnia di Alessandro Covi, professionista da un anno. Sarà una buona spalla. Trentin cercherà l’impresa. Gli è sfuggita a Gand, tenterà il colpaccio nella “corsa della birra“. I numeri non gli mancano. Anzi.

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