Chiesa a cuore aperto: “Che sofferenza per l’infortunio. Ce l’ho fatta anche grazie ai compagni”

L’attaccante, protagonista di “Federico Chiesa – Back on Track”, rilasciato oggi in tutto il mondo, si è raccontato ai tifosi ed ha parlato del percorso riabilitativo dopo l’infortunio su cui il documentario è incentrato

“Appena me l’han chiesto ho detto subito di sì perché mi ha fatto piacere la richiesta, che volessero far vedere alle persone l’aspetto riabilitativo, quanto fosse duro, le difficoltà”: Federico Chiesa ha raccontato in diretta su Twitch come ha reagito quando la Juve gli ha proposto di creare un filmato che narrasse il suo calvario, dal giorno della rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, il 9 gennaio 2022. “Ho parlato con la Juventus poco dopo l’operazione e all’inizio avevano in mente di fare delle piccole puntate su Youtube. All’inizio è partita come una cosa molto più piccola di quel che è stato creato (il documentario si intitola “Federico Chiesa – Back on Track”, ed è stato rilasciato oggi in tutto il mondo). Il progetto poi si è evoluto, fino a quando hanno voluto includere la mia parte privata, la mia famiglia, i miei genitori, la mia ragazza che in quei momenti han fatto la differenza per farmi venire fuori da un momento difficile per la mia carriera. Volevano far vedere le emozioni, gli ostacoli che venivano superati insieme, ma anche quello che provava la gente nello starmi vicino e nell’affrontare questa situazione con me. Mia mamma e mio papà mi han sempre visto in campo, non con le stampelle. Sono emozioni diverse. Mio padre si è rotto il tendine rotuleo sia a destra sia a sinistra, ci erano già passati quindi. Quando sono stato male sono stati i primi a darmi forza.

L’infortunio

—  

“Parto dal fatto che sicuramente, nell’arco della mia carriera, ho subito interventi più brutti, dove magari ero lanciato in corsa ad alte velocità e venivo buttato a terra. Ho rivisto varie volte l’intervento di Smalling, e non è stato cattivo, il suo intento era di andare sulla palla. Come disse mia mamma Mia mamma mi disse: ‘Il calcio è uno sport di contatto, capita’. Ho visto il mio ex compagno di squadra, Rodrigo Bentancur, a cui faccio l’in bocca al lupo, rompersi il crociato da solo. È bastato pochissimo, son cose che capitano mille volte ma basta una frazione di secondo in cui appoggi male il piede stai poi 6/7 mesi fermo. A volte invece pensi ‘Cavolo mi son spaccato tutto’ e invece ti rialzi”.

Paura

—  

“Il pensiero che potesse succedermi di nuovo qualcosa di simile l’ho avuto solo nei primi allenamenti in cui sono tornato con la squadra. Ma quando ho ripreso ad allenarmi con continuità e quando ho esordito non più. Durante i possessi palla all’inizio avevo flashback ma è una cosa normale. L’idea del documentario è stata quella di far vedere il percorso riabilitavo a livello fisico ma anche mentale. Posso dire di essere stato fortunato, nella sfortuna, ad essermi fatto male alla Juve perché è uno dei club più importanti al mondo e ha a disposizione le migliori strutture a livello sanitario. In quell’aspetto sono stato fortunato, è un top club ed è tutto ad altissimo livello. Dalla palestra ai campi, passando per le persone. I ragazzi che lavorano in serie minori non hanno tutto questo, quindi fanno 10 volte in più fatica rispetto a noi. Solo tantissimo rispetto per chi gioca in squadre e categorie meno blasonate che rientra da un infortunio come il crociato”.

Chiellini e i tifosi

—  

“Giorgio, ma anche Bonucci e altri compagni come De Ligt, Vlahovic, mi sono stati vicini. Però come mi ha sempre detto Giorgio ogni riabilitazione è diversa. Lui non ha avuto problemi, forse un po’ all’inizio, mentre a me è andata benissimo all’inizio e poi ci ho messo un po’ a tornare in campo. Lì non ci puoi fare niente. Mim è stata di grande aiuto la vicinanza della famiglia, ed anche quella dei tifosi. Penso che l’affetto me lo sia guadagnato con le prestazioni in campo, da quello che do per la maglia e la gente lo vede. In quei momenti mi ha reso ancor di più felice perché ogni passo è stato fatto insieme ai tifosi della Juve, a chi mi vuole bene”.

Da Kaka’ a Mbappé

—  

“Da bambino il mio idolo è sempre stato Kakà, ora il giocatore che mi piace guardare di più è Mbappé. La sua maglia? L’ho incorniciata, è fortissimo veramente, un fuoriclasse assoluto. Lui è più veloce, ha una facilità di allungo con la palla e una rapidità di piedi che vedi in pochi giocatori. Poi a livello realizzativo è fortissimo: uno che a 23 anni fa tripletta in finale Mondiale, se non è un fuoriclasse lui…”.

Precedente Curioso all’Euganeo, parte l’irrigatore: lo ferma un giocatore con la mano Successivo Scontri tra tifosi finiscono in tragedia: un morto in Inghilterra e uno in Brasile