Chiellini: “Pasillo? Abbiamo scelto un altro modo. E sul rapporto con Pirlo…”

Il capitano al probabile ultimo Juve-Inter: “I complimenti ai campioni abbiamo voluto farli nel modo secondo noi più corretto. Cosa ci è mancato quest’anno? La continuità. E con il mister abbiamo fatto volutamente un passo indietro, ma gli abbiamo dato l’anima”

Ha scalato posizioni nelle gerarchie interne, e chi se ne importa dei quasi 37 anni, perché nonostante la sconfitta 2-0 il lavoro che aveva fatto all’andata su Lukaku era stato d’altri tempi. Stavolta il belga ha avuto bisogno di trovare dal dischetto (su rigore procurato da Lautaro) il suo primo gol in carriera alla Signora, per non concedergliene uno su azione Giorgio Chiellini ha finito per mettere il suo nome dalla parte sbagliata del tabellino, anche se su quel 2-2 inizialmente non assegnato per fallo su di lui (poi convalidato dal Var) il capitano della Juve ha ampiamente dato voce alle sue recriminazioni. “Non posso dire quello che penso – ha scherzato l’azzurro -. Ognuno in campo vede le cose diversamente, noi dobbiamo pensare alle tante cose buone e ad altre meno buone fatte in campo”. E nonostante l’episodio è stato sicuramente tra i migliori in campo di Juve-Inter, secondo molti il suo ultimo Juve-Inter. “Prematuro parlarne ora, facciamo passare le partite di questa settimana”. Ecco.

Il “pasillo”

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“Importante, difficile, contro i più forti d’Italia come l’Inter ha dimostrato quest’anno e ha confermato di essere stasera una grandissima squadra”, ha commentato Chiellini, che ci ha tenuto a puntualizzare anche come capitano la posizione del gruppo sul tema del pasillo non fatto: “Siamo stati squadra come non siamo riusciti tutto l’anno, il risultato ci ha premiato. I complimenti li abbiamo fatti ai giocatori dell’Inter uno per uno negli spogliatoi perché se lo meritano. È un discorso che abbiamo affrontato e ci tenevamo comunque a fare i complimenti. Ci sembrava un po’ esagerato il resto, anche perché poi negli altri anni non è stato fatto nemmeno a noi. Però è giusto complimentarsi, secondo me l’abbiamo fatto anche nel modo più corretto, senza farlo vedere troppo agli altri, ma con la sostanza giusta. Ma giusto per chiudere i discorso”.

Il rapporto con Pirlo

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Interessante, nella lettura delle dinamiche di una stagione oggettivamente “diversa” per la Juve anche capire da uno dei senatori per eccellenza il rapporto dello spogliatoio con Andrea Pirlo: “Sempre stato buono, nel rispetto dei ruoli. Non ci siamo mai permessi di entrare nelle scelte del mister, l’abbiamo sempre rispettato come allenatore. Non si può avere lo stesso rapporto che c’era fino a un anno fa: da parte nostra abbiamo fatto volutamente un passo indietro, ma gli abbiamo dato l’anima come sempre in tutto e per tutto, senza mai metterlo in difficoltà né prevaricare il suo ruolo. Le gerarchie ci devono essere. Siamo a disposizione come con tutti gli altri allenatori. Il suo futuro? Fra qualche anno spero di potervi rispondere da dirigente, ma oggi sono ancora giocatore…”.

Rimpianti

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Intanto però due valutazioni sui rimpianti della stagione si possono fare. Il più grande? “La continuità. Abbiamo fatto non oltre tre vittorie di fila. Troppo poche. Abbiamo fatto altre buone prestazioni come oggi, il campionato non è stato un disastro. Ma abbiamo fatto un po’ di partite bene, altre male… Non puoi non avere continuità”. E qualcosa traspare anche quando parla della partita: “Nella sofferenza finale abbiamo tirato fuori quell’orgoglio, che non so se ci porterà in Champions, perché realisticamente meritiamo di essere dove siamo, cioè di giocarcela fino all’ultimo e non di essere già qualificati come l’Atalanta. Però ci proviamo, fino alla fine. Mercoledì abbiamo una coppa a cui teniamo perché è sempre un trofeo e in questi anni abbiamo capito quanto sono importanti. Oggi credo che sia prematuro, poi domenica sera si faranno tutte le valutazioni del caso”. Anche a livello personale.

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