Chiamatelo “Mister Wolf”, ora Leao risolve le partite. E se la spassa

Partito dalla panchina, è stato decisivo anche nella rimonta sul Verona. Ha la fiducia di Pioli e ha imparato a divertirsi in campo. Finora 10 presenze, 4 gol e due assist. E adesso tocca al Porto

L’ultimo post su Instagram riassume il momento: “Milan is on fire”. Cioè un Milan di fuoco, in formissima, che va sotto di 2 gol a San Siro e poi rimonta il Verona con grinta, cuore e tre guizzi puri, due di questi “made in Leao”. Magari a referto ci sono altri nomi – Giroud, Kessie e l’autogol di Gunter -, ma se il Milan ha siglato 3 reti il merito è del portoghese dal sorriso facile, specie quando deve inseguire il pallone o infiammare San Siro con una rovesciata. “On fire”, appunto.

IN FIDUCIA

—  

Leao ha trascinato ancora una volta i rossoneri, il mister, i compagni, e ormai non è più una novità. Il bello è che ormai lo fa ridendo, come gli aveva consigliato Pioli. “Deve imparare a divertirsi in campo”. E infatti ora lo fa. Assist per il gol di Giroud – il primo +1 in Serie A dopo i sei dell’anno scorso – e tacco per Castillejo in occasione del rigore realizzato da Kessie. Pioli l’aveva tenuto a riposo in vista del Porto, ma appena è entrato ha dato la scossa. È mancato solo il gol, anche se ci ha provato un paio di volte e con giocate delle sue. Esempio: prova il destro a giro dai 18 metri almeno una volta a partita. A La Spezia è finito fuori di centimetri, contro l’Hellas è andato alto di poco. E dietro questi gesti c’è una sola parola: fiducia. Uno dei suoi primi allenatori nelle giovanili dello Sporting Lisbona, Tiago Fernandes, l’aveva inquadrato come meglio non si può: “Può fare qualsiasi cosa, deve esserne solo consapevole”. Adesso lo è. E tutto grazie a Pioli.

CHE NUMERI

—  

Leao non ha saltato neanche una partita: 10 presenze, 4 gol e due assist. Il 9 ottobre ha esordito anche in nazionale portoghese, confezionando un assist per André Silva nel 3-0 al Qatar. Homo novus del pallone, più concreto e meno lezioso. Un paio di tacchi a partita li prova sempre, come i dribbling ad alto rischio, del resto lo stile resta quello, ma le prestazioni dicono che rispetto all’anno scorso è un altro Rafael. Nel Milan è primo per palloni intercettati (16) e contrasti vinti (38) – dati tutt’altro che da esterno offensivo, soprattutto con le sue qualità – mentre guida la classifica di dribbling riusciti (18, secondo Kickest). Lo superano solo Felipe Anderson (24) e Boga (22). L’anno scorso ha fatto la punta, l’esterno e il trequartista. Stavolta Pioli gli ha affidato la fascia: 10 partite su 10 giocate da ala. Contro il Porto, martedì sera, sarà di nuovo titolare. Ai rossoneri servono tre punti. Chissà se Rafael si trasformerà nuovamente in “Mister Wolf”.

Precedente Video/ Foggia Monopoli (1-0) gol e highlights: Ferrante decide il derby (Serie C) Successivo Operazione anti “pezzotto”: denunciate 1.800 persone, sanzioni per 300mila euro