Chi si affida alle Asl, chi fa da sé… Sui tamponi troppe condotte diverse

In situazioni simili comportamenti differenti tra club. E sul rispetto del protocollo la Procura federale ha quattro fascicoli aperti: coinvolte Lazio, Juve, Fiorentina e Napoli

Il caso Lazio ancora da decifrare (aspettando anche le indagini in corso della Procura di Avellino) fa riflettere perché in situazioni simili altri club si sono affidati subito alla autorità sanitaria. L’ultimo in ordine di tempo è il caso di Gagliardini, già asintomatico, guarito e negativo. Sabato in Nazionale il suo tampone ha dato esito positivo e per sicurezza la Federcalcio lo ha rimandato a casa, anche se per l’Uefa avrebbe potuto giocare. In questa occasione ha prevalso il buonsenso, per maggiore sicurezza. Come era capitato con Hakimi dell’Inter e Donnarumma del Milan. Nel senso che i club avevano atteso il parere della Ats (azienda tutela della salute, così si chiamano le Asl in Lombardia) in casi di positività “ballerine” fra tamponi fatti in Italia e con la Uefa, che ha regole diverse. La Lazio invece non sempre avrebbe comunicato tempestivamente alla Asl le condizioni di salute dei propri tesserati.

le interpretazioni

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Ora il problema è capire come continuare con una pandemia che non dà tregua e una stagione troppo piena di avvenimenti, rendendo il protocollo più severo: sempre per garantire anzitutto la salute. La Federcalcio attende dal Cts, il comitato tecnico scientifico, una risposta per rimettere mano al protocollo. Ma logicamente per quel comitato sotto pressione il calcio non pare essere la priorità. Intanto i contagi salgono e le contromisure del mondo del pallone non paiono convincenti. Il laboratorio unico sembra l’idea giusta per risolvere il problema della interpretazione dei tamponi. La Lega, però, dopo averlo approvato come soluzione, di fatto ancora deve attuarlo: toglierebbe un bel po’ di ombre sui recenti accadimenti.

il protocollo

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Al momento dovrebbero essere almeno quattro i fascicoli aperti per la verifica della correttezza nell’applicazione del protocollo. Altrettanti i club coinvolti. La Lazio per via di comunicazioni non proprio tempestive con la Asl. La Juve per una bolla “scoppiata”, il 5 ottobre, quando un caso di positività all’interno del gruppo squadra imponeva a tutti la quarantena. E invece CR7 e altri 4 suoi compagni decidevano di violarla e di partire per le rispettive nazionali. Stesso discorso, e fascicolo aperto, per la Fiorentina, con bolla violata da 5 nazionali la scorsa settimana. E poi c’è un’inchiesta aperta pure sul Napoli, per come è stato applicato il protocollo nei giorni della partita non giocata con la Juve. Mentre non risulta ufficialmente alcuna inchiesta sul Milan, nonostante il 5 ottobre Theo Hernandez abbia festeggiato il proprio compleanno in un locale con diversi amici – e video pubblicati online – anche se in quel momento il Milan era in quarantena soft (fra casa e Milanello) per via della positività di Ibrahimovic.

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