Chapecoense, le parole presagio dell’allenatore Caio Junior: “Morissi oggi, sarei felice”

ROMA – Caio Junior, l’allenatore del Chapecoense, la squadra vittima del disastro aereo in Colombia, qualche giorno fa, riferendosi al momento sportivo entusiasmante della squadra,  aveva detto: “Dovessi morire oggi, morirei felice”. Intendeva ovviamente con “oggi” il magico momento nella storia della società di calcio. Riascoltate e rilette quelle parole alla luce postuma della tragedia aerea che ha sterminato la squadra, appaiono come un inconsapevole presagio.

Una frase di circostanza, anche se esprimeva reale soddisfazione, quella dello “oggi morirei felice”, che assume un significato e un suono di premonizione, anche se ovviamente così non era e non è. Tra i deceduti c’è anche lui, ex allenatore di Palmeiras, Gremio e Flamengo. Caio Junior era felice, tanto felice da pronunciare quelle parole, come riporta Radiohuancavilca.com. Parole che costituiscono, formano di fatto un epitaffio, il suo.

Intanto si indaga sulle cause della tragedia. Non ci sono più superstiti, le ricerche e i soccorsi sono stati interrotti per il maltempo, si prospetta anche l’ipotesi che l’aereo fosse rimasto a scarso di carburante, motivo per il quale il pilota avrebbe cercato in gran fretta un atterraggio di emergenza, finito in tragedia.

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