Champions, una coppa lunga 70 anni

Decolla oggi la nuova Champions League, la virago dal formato extralarge, cicciosa come le donne di Fernando Botero. Da 32 a 36 squadre. Dal privilegio di parteciparvi, quando era riservata ai soli campioni, ai due miliardi e mezzo della «refurtiva» odierna. Per la cronaca, e per la storia, nel 2025 la maggiorenne-maggiorata festeggerà i 70 anni. Il debutto risale alle ore 17 di domenica 4 settembre 1955, Estadio Nacional di Oeiras, sobborgo di Lisbona: Sporting-Partizan 3-3.
Per dare scacco al Re bisogna «mangiare» il Real, che ha vinto sei delle prime undici e sei delle ultime undici. In totale, quindici. Mai successo, in compenso, che le italiane in lizza fossero cinque. Adesso che la «Super» ha scoperchiato il futuro, riesumare le origini potrà sembrare esercizio desueto e un po’ rinco. Ma aiuta ad allenare la memoria. Atalanta, Bologna, Inter, Juventus, Milan: chi ha avuto l’onore di realizzare il primo gol?
Il fiocco azzurro (e in assoluto il numero uno) è di Amleto Frignani a San Siro, il 1° novembre 1955, nella pancia di Milan-Saarbrucken 3-4. Mario Zappa, sulla «Gazzetta», lo descrisse così: «Al 15’ viene il pareggio. Fuga di Frignani lungo il fondo del campo; stringe verso rete, si smorza la sua azione per uno sgambetto di mezza levatura, si trova addosso il portiere. La palla da lui calciata rimbalza dal portiere ancora a lui e il secondo tiro, incredibilmente, scorre sulla linea bianca e si infila nel bersaglio». Frignani, ala destra, di visioni scaltre e rapide, più crossatore che tiratore. Al ritorno, 4-1 per il Diavolo e più non questionare.
È Omar Sivori, il 24 settembre 1958, a battezzare il 3-1 della Juventus al Wiener. Assist di John Charles, bisturi dal cuore dell’area. Farà tripletta, il cabezon, e la papera di Carlo Mattrel non sembrò lì per lì fatale. Prego? In diretta dal Prater: Wiener 7, Madama 0. Un segno del destino: e che segno.
Comincia di corto muso, la «doppietta» dell’Inter di Helenio. Il sorteggio le offre l’Everton, scuola british. A Goodison Park è Fort Apache: 0-0. A Milano, il 25 settembre 1963, 1-0. Risolve Jair. Minuto 47, lancio di Sandro Mazzola, controllo in corsa e gran lecca, da posizione angolata, sotto la traversa.
Il Bologna è fermo alla toccata e fuga di 60 anni fa. Dall’urna esce l’Anderlecht. A Bruxelles, 1-0 firmato Paul Van Himst. Al Dall’Ara, il 7 ottobre 1964, 2-1: parole e musica di Ezio Pascutti, Harald Nielsen e, agli sgoccioli, Jacques Stockman. Da Giulio Accatino, inviato de «La Stampa»: «Nielsen lanciava Perani che attirava il terzino Cornelis. L’ala bolognese, giunta a fondo campo, centrava, Nielsen non riusciva a prendere la palla, che Pascutti di testa buttava in rete». Tutti a Barcellona, 0-0 e monetina pro-belgi.
Per l’Atalanta basta risalire al 1° ottobre 2019: avversario, sul neutro del Meazza, lo Shakhtar Donetsk. Vinceranno gli ucraini, 2-1, ma le danze le apre Duvan Zapata, di crapa, su cross di Hans Hateboer. La Dea, Gasp: ricordare non fa sentire migliori. Fa sentire. E’ già qualcosa.

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