Il Napoli deve resettarsi prima di affrontare un Milan che ha bisogno di leggerezza, mentre all’Inter serve compattezza
9 aprile – Milano
Inizia domani per il calcio italiano una delle settimane più intense degli ultimi anni. Sei squadre saranno impegnate nell’andata dei quarti di finale delle coppe europee. In Champions martedì l’Inter gioca a Lisbona contro il Benfica e mercoledì ci sarà a San Siro il derby tra Milan e Napoli. Giovedì spazio agli altri tornei. In Europa League la Juve ospita lo Sporting e la Roma sfida il Feyenoord a Rotterdam. In Conference, invece, la Fiorentina scenderà in campo a Poznan contro il Lech. Vediamo cosa dovranno fare e non fare queste sei squadre per aumentare le chances di qualificazione alla semifinale.
NAPOLI
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Parola d’ordine: resettare. Per la prima volta la squadra di Spalletti giocherà sotto pressione. Al di là dei normali tentativi del tecnico di spostare l’attenzione, è chiaro che in quella parte del tabellone il Napoli è il grande favorito per raggiungere la finale. Merito di quello che ha fatto nel corso della stagione, del suo calcio meraviglioso. Tutto talmente entusiasmante che adesso va dimenticato, per riproporlo sugli stessi livelli di bellezza e di efficacia contro il Milan. Il Napoli non dovrà pensare, ma solo giocare. Come ripete sempre Arrigo Sacchi, il gioco non ha scadimenti di forma. Vero, anche se poi ci sono degli aspetti da considerare. Ad esempio, la presenza di Osimhen: assolutamente fondamentale perché il nigeriano dà profondità e pericolosità alla manovra. Se non recuperasse dall’infortunio o se non fosse al 100%, il Napoli perderebbe molto. A Lecce, e più in generale nell’ultimo periodo, la capolista è sembrata meno fluida: un po’ di stanchezza è comprensibile. Ma proprio in momenti come questi emerge l’essenza delle grandi squadre. Non sono i risultati ottenuti finora a spingere il Napoli, ma le conoscenze tattiche e le qualità tecniche: conta il presente, non il passato. E su questo Spalletti insisterà giustamente.
MILAN
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Parola d’ordine: leggerezza. Se restiamo in Italia, la stagione del Milan è stata profondamente negativa: mai in corsa per la conferma del tricolore, fuori in Coppa Italia contro il Torino, distrutto in Supercoppa dall’Inter. L’Europa, però, è da sempre il territorio preferito della società e quindi la Champions può cambiare il colore di quest’annata. Non c’entra il dna del club: è vero che il Milan ha una meravigliosa tradizione internazionale, però il livello tecnico di questa rosa non è all’altezza dei gruppi che alzarono tante volte la Coppa dei Campioni. Il motivo per cui in Champions il rendimento è stato migliore riguarda la leggerezza con la quale il Milan ha affrontato quegli impegni. Per leggerezza intendiamo il desiderio di ritrovare il filo della scorsa stagione senza altri pensieri: la bellezza di quel Milan verticale si è vista raramente in campionato e quando è successo (ad esempio, nel 4-0 in trasferta proprio contro il Napoli) i risultati sono arrivati. Più che dna, quindi, è questione di spirito.
INTER
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Parola d’ordine: compattezza. In una stagione piena di contraddizioni, l’Inter ha dimostrato di non sbagliare le partite importanti che prepara con estrema cura. La doppia sfida con il Barcellona, l’incrocio con il Porto e la Supercoppa con il Milan sono gli esempi più evidenti. I nerazzurri hanno grandi potenzialità che faticano a esprimere con quella continuità che ormai difficilmente acquisiranno. E quelle potenzialità sono emerse nel momento in cui c’è stata compattezza. Una compattezza tattica, ovviamente, con i reparti che si aiutano, i giocatori che riscoprono il gusto della difesa di squadra, un attacco che fa male agli avversari. E anche una compattezza dell’ambiente, in cui tutti remano dalla stessa parte, in cui i dirigenti stanno vicino all’allenatore e ai calciatori. Il Benfica è un’avversaria decisamente forte: di sicuro l’Inter non lo sottovaluterà, ma si percepisce una strana euforia fuori da Appiano Gentile. Come se i nerazzurri fossero favoriti. Non è così, servirà una grande impresa nonostante anche il Benfica, dopo una splendida stagione, stia accusando il primo momento difficile. E l’impresa arriverà solo se in campo e fuori ci sarà compattezza.
JUVENTUS
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Parola d’ordine: giocare. Allegri dovrebbe far rivedere alla squadra le ultime due partite, contro Inter e Lazio, ed essere chiaro: se la Juve contro lo Sporting Lisbona riproporrà quelle prestazioni, sarà sicuramente eliminata. È vero che contro l’Inter i bianconeri sono stati a pochi secondi dalla vittoria, ma dopo aver creato poco e lasciato spesso l’iniziativa agli avversari. E il primo tempo contro la Lazio è stato molto negativo. Contro un’altra squadra di Lisbona, il Benfica, in questa stagione la Juve ha preso due sveglie ben più pesanti rispetto al risultato (1-2 in casa, 3-4 in trasferta). E il rischio di fare una brutta figura contro lo Sporting, ben allenato da Ruben Amorin, è ben più alto di quanto si pensi. Non è una squadra imbattibile, ovvio, ed è quarta in Portogallo. Per eliminarla la Juve non deve pensare di speculare sugli episodi. È necessario che i bianconeri facciano una sola cosa: giocare. La qualità non manca, bisogna tirarla fuori non solo attraverso le iniziative individuali, ma anche con idee e coraggio. L’attesa non paga.
ROMA
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Parola d’ordine: calma. Il Feyenoord è forte, più forte dello scorso anno quando perse contro i giallorossi la finale della Conference League. Ma anche la Roma è più forte, soprattutto nella testa. Mourinho ha completato la prima parte del lavoro iniziato nell’estate del 2021: adesso battere la sua squadra è davvero difficile, soprattutto se passa in vantaggio. Se proseguirà la sua avventura sulla panchina giallorossa, il tecnico avrà l’obbligo di provare a proporre un gioco diverso e meno speculativo. Ma per il momento la Roma si gode il momento (è terza in campionato) e porta in giro per l’Europa la sua solidità con comprensibile vanto. A Rotterdam la partita sarà complicata e la Roma dovrà gestire con pazienza i vari momenti, senza scoprirsi in caso di svantaggio. Sarà davvero una sfida da giocare sui 180 minuti e la seconda parte andrà in scena nel caldissimo Olimpico. Quindi, calma. Perché la semifinale è possibile.
FIORENTINA
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Parola d’ordine: divertirsi. Contro lo Spezia non è arrivata la decima vittoria consecutiva, ma non è un grosso problema. La Fiorentina sta bene, è virtualmente in finale di Coppa Italia e va in Polonia con l’animo leggero di chi sta inseguendo un obiettivo che nemmeno immaginava di mettere nel mirino. La campagna europea della Viola è stata inizialmente il balsamo da mettere sulle ferite di un campionato deludente almeno fino a qualche settimana fa, ma poi è diventata qualcosa di più. E la Fiorentina ha il diritto e quasi il dovere di divertirsi contro il Lech Poznan e magari anche nei turni seguenti. Vincenzo Italiano ha restituito alla squadra, che in autunno sembrava spenta, il gusto per il gioco. Adesso è tornata la fiducia e molti calciatori hanno alzato il livello proprio perché coinvolti dal tecnico in un progetto tattico convincente ed entusiasmante. Se la Fiorentina si divertirà a riproporre le trame di gioco viste negli ultimi due mesi, passerà il turno.
9 aprile 2023 (modifica il 9 aprile 2023 | 23:46)
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