I bianconeri raggiunti dai francesi nel finale dopo aver concesso tante occasioni da gol. Il Pipita realizza un rigore, ma sbaglia un gol clamorosotwitta
TORINO – Il 4-3-1-2 magari è da rivedere, questa Juventus no. Il sistema di gioco adottato per quasi 70 minuti ha aperto interessanti prospettive per il futuro, ma andrebbe interpretato da una squadra più precisa e più aiutata dal talento dei suoi fuoriclasse, primo fra tutti Miralem Pjanic che non convince nella posizione di trequartista, ennesimo tentativo di trovargli una posizione in campo. Il pareggio complica la corsa al primo posto, non quella agli ottavi di finale, ma soprattutto il pareggio riapre il dibattito iniziato da Buffon nel dopo partita di Napoli: questa Juventus deve fare molto di più.
JUVE-LIONE 1-1: STATISTICHE E TABELLINO
CHE SOFFERENZA – La sofferenza contro il Lione, al quale sono state concesse troppe occasioni da gol, è un segnale che conferma i disagi tattici di una formazione ancora non ancora amalgamata. Sono il mestiere, la determinazione agonistica e l’occasionale talento dei singoli che consentono alla Juventus di non perdere la partita, tra mille brutture, soprattutto in fase difensiva dove lo schieramento a quattro non convince. Troppo esposta agli attacchi in profondità degli avversari, la difesa a 4, reclamata a gran voce da una parte del popolo bianconero e della critica, dimostra limiti che quella a 3 non ha, concedendo quello che il tradizionale modulo non concede quasi mai. Se Allegri è restio a cambiare, d’altra parte, ci sarà un perché.
QUATTRO SENZA – Non aiuta il fatto che nella linea dei quattro ci sia Dani Alves, smanioso di strafare, quasi dovesse riassumere in ogni azione il suo essere stato un giocatore del favoloso Barcellona. In fase difensiva è svolazzante, in quella offensiva spesso eccessivo. Sono il brasiliano e Pjanic i due elementi che non combaciano con niente nel mosaico tattico di Allegri. Higuain si batte, si sbatte e la butta dentro: non è ancora sfruttato in pieno, ma fa il suo dovere. O quasi, visto che nella partita di questa sera ha fallito un rigore in movimento, pochi minuti dopo aver realizzato quello concesso al 13’: sarebbe stato il 2-0 che, forse, avrebbe chiuso la partita.
SEGNA E SBAGLIA – Il rigore viene fischiato al 13’ per una spinta di Diakhaby a Sturaro che sta per ricevere palla da Higuain: fallo ingenuo, ma netto e per l’arbitro non ci sono dubbi, è calcio di rigore. Lo trasforma perfettamente lo stesso Pipita. E’ il coronamento di un inizio arrembante e aggressivo che convince, ma finisce lì. La Juventus ha ancora due occasioni: un tiro di Marchisio che sfiora il palo e il clamoroso sbaglio di Higuain solo davanti al portiere. Poi i bianconeri decidono di controllare la partita, scelta che spesso ha pagato, non questa sera, perché nel corso del match la Juventus perde Bonucci (da verificare le sue condizioni) e non trova nel centrocampo, dove pure Marchisio cerca di farsi valere, un reparto in grado di gestire in modo ottimale la palla. Barzagli diventa l’eroe della gara e non dovrebbe essere così in una partita in casa.
STANCHI? – La Juventus soffre di troppi errori, pare stanca (sabato contro il Napoli potrebbe avere speso più del previsto), subisce troppo e il Lione segna al 39’ con Tolisso (colpo di testa su un traversone dalla trequarti) suggellando un pareggio assolutamente legittimo. Non è il caso di drammatizzare un risultato che può essere corretto in classifica con una vittoria a Siviglia, ma tra infortuni (troppi) e scelte non ancora definitive, la Juventus rischia di complicarsi la vita inutilmente.
