Catania, il sindaco: “No ad avventurieri o sciacalli. Servono basi solide”

Le parole del Sindaco della città di Catania, Salvo Pogliese, sulla notizia del fallimento della società etnea

La sezione fallimentare del tribunale di Catania ha accolto l’istanza della Procura della Repubblica, dichiarando il fallimento della società rossazzurra a causa di uno stato di insolvenza pari ad un importo complessivo di 56 milioni di euro tra debiti nei confronti dell’erario (53) e debiti sportivi (tre). L’esercizio provvisorio della società rimane valido fino al 2 gennaio, ed è stato affidato a tre curatori fallimentari. All’indomani della notizia resa nota nella giornata di ieri, il Sindaco della città di Catania, Salvo Pogliese, si è espresso in merito a quanto accaduto.

“Sulle tristi vicende del Calcio Catania non posso che vivere sensazioni ed emozioni contrastanti: da una parte c’è il tifoso, il ragazzo che seguiva in trasferta la squadra del cuore, il “curvaiolo” innamorato del Catania 1946 e della “storia” difficile e tormentata della matricola 11700; e per quel “ragazzo” una storia è finita, per sempre, e ne sento tutta la tristezzaDa Sindaco, invece, ritengo di dover ancora fare quanto è nelle mie facoltà perché la storia sportiva calcistica del Catania e di Catania possa ripartire su basi solide, con un progetto serio e professionalità adeguate, senza avventurieri o sciacalli a contendersi i “resti”.

Le responsabilità del fallimento ci sono, è naturale, sono molteplici, vanno indietro nel tempo e la storia giudicherà. Per adesso seguo con attenzione gli sviluppi della brutta notizia di oggi e le scadenze future. E a chi penserà o scriverà che ci sono cose più importanti del Calcio Catania dico che forse hanno anche ragione; dimenticano, però, che intorno a una squadra non si muovono solo sentimenti e senso di appartenenza (e non è proprio pochissimo…), ma famiglie che lavorano nell’indotto e lavoratori e lavoratrici che andranno in difficoltà; c’è l’immagine di una Città che sulla squadra di vertice costruisce visibilità e marketing territoriale”.

“In questo momento penso a quei lavoratori e lavoratrici, come ad amici e Catanesi che per questa “storia” hanno perso la vita, per troppo amore e genuina passione.Nei prossimi giorni avremo maggiori elementi sui quali ragionare, oggi è il tempo del dispiacere e delle emozioni, spesso molto personali”.È stata una bella storia, Catania 1946.Melior de cinere surgo”.

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