Caso Suarez, la rabbia di Paratici. Spunta Chiappero

TORINO – Paratici, l’ora dell’amarezza. Non è stato un risveglio facile, quello di ieri, per il direttore dell’area tecnica della Juventus. Dopo essersi trovato sulle prime pagine dei giornali, dopo che il suo nome è comparso nelle intercettazioni degli indagati al vaglio degli inquirenti di Perugia, il dirigente bianconero ha provato un misto di stupore, dispiacere, incredulità. A chi gli sta accanto ha ribadito di non avere nulla a che fare con l’affaire Suarez e con «l’esame farsa» di italiano del bomber uruguaiano. E questo nonostante dai dialoghi tra i dipendenti dell’Università per Stranieri di Perugia emerga che lui si sarebbe «interessato» alla vicenda e di lui si parli come persona addirittura «più importante di Mattarella». Sono proprio questi toni che hanno sorpreso Paratici che, a chi lo ha sentito ieri, ha ribadito di non aver avuto un ruolo nella questione. Se non quello di aver riportato al telefono al rettore dell’Università degli Studi del capoluogo umbro, Maurizio Oliviero, il fatto che l’entourage di Suarez era contento di come il giocatore era stato accolto all’Università per Stranieri. Particolare temporale: la chiamata sarebbe avvenuta dopo l’esame sostenuto dal centravanti, quando cioè la Juve aveva già abbandonato da alcuni giorni l’idea di mercato di arrivare al Pistolero per i tempi troppo lunghi per completare l’iter della cittadinanza italiana e del passaporto comunitario.

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