Caso plusvalenze, la Juve è messa così

Sulle plusvalenze indaga la Covisoc e, di conseguenza, anche la Procura Federale della Figc che ha aperto un fascicolo, dopo le notizie trapelate proprio dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche. Si tratta di un dossier che contiene sessantadue operazioni di mercato, 42 delle quali vedono coinvolta la Juventus e una di quelle con il nome più importante è Victor Osimhen del Napoli, ma nel listone ci sono anche Sampdoria, Parma, Pescara, Chievo, Genoa, Empoli, Cesena, Pro Sesto oltre a club stranieri come Marsiglia, Lille, Manchester City e Barcellona, che con la Juventus ha scambiato Arthur con Pjanic, uno degli affari nel mirino. Qual è il problema? La valutazione dei giocatori che i club si sono scambiati senza che si sia mosso un euro, ma generando una plusvalenza utile a tamponare il bilancio. O, meglio, metterci una pezza neanche troppo utile, perché la plusvalenza di oggi genera un ammortamento domani, in un circolo vizioso che appesantisce in modo del tutto virtuale i bilanci. Su questa pratica, che la Juventus ha utilizzato in modo massiccio fino alla penultima finestra di mercato, ma nella quale nessun club è, per così dire, vergine, ha aperto un’indagine la Consob (dedicandosi solo alla Juventus, quotata in Borsa) e a ruota si è svegliata la Covisoc.

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L’indagine dove può portare

A suo modo curioso, perché le operazioni di mercato in questione non sono mai state segrete, ma regolarmente registrate. Insomma, tecnicamente non c’è niente di nuovo da scoprire se non una brutta abitudine contabile che nel calcio italiano esiste da almeno un paio di decenni. Le operazioni della Juventus, per dire, son tutte ufficializzate con comunicato che contiene le cifre al centesimo e, appunto, l’eventuale plusvalenza (o minusvalenza) generata. Tutto pubblicato puntualmente sul sito. Ciò non significa che le plusvalenze siano una buona cosa, anzi è indicativo che la stessa Juventus abbia bruscamente interrotto la pratica proprio nell’ultimo mercato, perché il bilancio non si può puntellare all’infinito in quel modo e l’inversione di tendenza è legata a una politica di sostenibilità che verrà probabilmente spiegata anche nell’assemblea dei soci di domani. Ma quindi l’indagine dove può portare? Dipende. C’è un precedente piuttosto recente che riguarda Inter e Milan. Nel 2018 fu la Procura di Milano a indagare sulle plusvalenze delle milanesi, ma tutto finì per aggrovigliarsi sul nodo chiave di questo argomento: come stabilire il valore oggettivo di un calciatore? E quindi se quello di uno scambio è congruo? Non esistono parametri oggettivi come per un bene immobile e “il diritto alle prestazioni sportive di un giocatore” (questo è quello che le squadre comprano, vendono e si scambiano) è un bene assolutamente immateriale che si apprezza o deprezza secondo regole di mercato (a volte imperscrutabili) e prestazioni sul campo (per definizione aleatorie).

Tutti gli approfondimenti nell’edizione odierna di Tuttosport

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