Caso Diawara, udienza terminata. Ecco quando arriverà la decisione del Coni

ROMA – Udienza terminata, adesso la Roma aspetta e spera. Questo pomeriggio il club giallorosso ha presentato il ricorso al Collegio di Garanzia per il caso Diawara. Il club giallorosso punta alla cancellazione dello 0-3 a tavolino assegnato dalla Corte Sportiva d’Appello della Figc – e al riottenimento del punto conquistato sul campo a Verona il 19 settembre scorso – per aver inserito erroneamente il centrocampista guineano nella lista under 22 nonostante avesse già compiuto 23 anni. 

Presenti per la Roma il Ceo Guido Fienga, l’avvocato Antonio Conte e l’ex team manager del club Gianluca Gombar in qualità di testimone. L’udienza è durata circa un’ora nella quale hanno preso parola l’avvocato Conte, l’avvocato FANINI per l’Hellas Verona e l’avvocato Rossi procuratore Nazionale. L’avvocato Conte ha voluto sottolineare che dall’errore non è stato tratto alcun vantaggio nel non inserire Diawara in lista e che, quindi, mancava l’elemento del dolo. Inoltre Conte ha voluto a più riprese ribadire come l’alert scatenato dall’errore nella lista non sia servito, anche per le fuorvianti risposte del funzionario della lega preposto alla spiegazione dell’alert. Secondo l’avvocato, più volte nel corso della settimana l’ex team manager Gombar avrebbe chiesto delucidazioni al preposto della Lega Salvatore Marino su cosa fosse stato segnalato errore nella lista, e questi avrebbe risposto che “spesso accade” che l’alert potesse essere scatenato anche da un errore tecnologico e non umano. Nel discorso di Conte si fa anche riferimento alla memoria del Verona, che si è occupata in maniera circostanziale di altre questioni: ben nove pagine di riferimento sulla gara di Roma-Spezia, con l’errore sulle stotituzioni, “quasi a voler sottolineare un errore dei preposti della Roma”. Secondo Conte nella memoria del club veneto sono presenti riferimenti ineleganti e inaccettabili sui preposti della Roma Gombar e Longo che vengono di fatto identificati come incapaci, salvo poi dimenticare che quest’ultimo è stato assunto un mese dopo dallo steso Verona. Conte ha quindi ribadito la duplice richiesta: che il Collegio sia legittimato a intervenire sull’errore e la sospensione della sanzione. La decisione da parte del Collegio di Garanzia è prevista nelle prima serata di oggi. 

Ha successivamente preso la parola l’avvocato Fanini per l’Hellas Verona che ha smentito la presenza nelle carte di riferimenti legati alle telefonate e gli sms di Gombar al funzionario della Lega nel tentativo di identificare l’errore. Ha altresì ribadito che nella memoria del Verona sia presente solo una pagina e mezzo sui fatti che riguardano Roma-Spezia. Per Fanini la Roma avrebbe dovuto trovare l’errore dopo l’alert, ma il club giallorosso non se ne è curato schierando senza problemi Diawara. 

Per la difesa della Roma sulla mancanza di dolo, Fanini ha voluto ribadire che in caso di dolo ci sarebbe state sanzioni aggravate. Per quanto riguarda lo svantaggio non procurato al Verona, “Chi ci dice che il Verona non avrebbe vinto senza Diawara in campo?”.  Fanini ha formalmente richiesto il rigetto del ricorso e la conferma della sconfitta della Roma a tavolino. 

Ha poi preso la parola l’avvocato Rossi, procuratore Nazionale, ricordando – come Fanini –  la sanzione al Sassuolo per aver schierato in campo contro il Pescara un giocatore non in lista nel match disputatosi nel 2016. Questa udienza per il procuratore nazionale e l’avvocato Fanini non può prescindere da tale precedente. L’errore poteva essere sanato, invece la Roma ha deciso di schierare Amadou Diawara. 

Fienga sull’udienza Verona-Roma: “Non c’è dolo, vogliamo una sanzione diversa”

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Fienga sull’udienza Verona-Roma: “Non c’è dolo, vogliamo una sanzione diversa”

A udienza chiusa ha poi preso la parola il Ceo della Roma Fienga: “La Roma non mette in discussione il fatto di aver commesso l’errore. L’errore è stato fatto e le persone se ne sono assunte le responsabilità. La Roma non ha tratto vantaggio da questo errore: la lista era vuota, vi erano quattro slot liberi dove Diawara poteva essere inserito, nel Sassuolo invece la lista era completata anche nei quattro slot. L’errore non ha inciso nella lista, la Roma ne avrebbe potuto schierare altri quattro giocatori nello slot. Avevamo provato a capire l’errore, ma l’errore è stato proprio non aver avuto la capacità, anche parlando con il funzionario, di capire quale fosse il problema. L’applicazione della norma crea un forte svantaggio a noi e un forte vantaggio al Verona. Quello che chiediamo non è confutare l’errore o decidere se il responsabile sia il funzionario. Chiediamo se questa norma possa essere aperta e riadattata: la pena è troppo severa e per niente equa. Chiediamo che la pena sia trasformata in una forma di sanzione più adeguata alla gravità e agli effetti dell’errore”. 

Guido Fienga ha anche avuto modo di parlare a margine della discussione: “Speriamo che la corte accolga l’invito a riconsiderare una norma che è oggettivamente troppo rigida e che non gradua per le pene nella distinzione tra un errore o un atto fatto con dolo. Abbiamo spiegato che la Roma assolutamente non si nasconde e ammette le proprie responsabilità per un errore che non ha portato alcun vantaggio. Una norma con l’applicazione delle pene così rigida può portare un vantaggio al Verona ma chiediamo che venga sanzionata diversamente la Roma“.

Vi ha dato un po’ di dispiacere la memoria del Verona?
“Mi interessa la posizione della Roma”.

La procura dice che questo caso si può equiparare a quello Ragusa-Sassuolo. Per voi non è così?
“Non la pensiamo così perché nel nostro caso avevamo tanti slot liberi da poter occupare con Diawara e con altri giocatori se avessimo capito che quello era l’errore. Nell’altro precedente la lista era completa, quindi doveva per forza cambiare un giocatore”.

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