Caso De Ligt-Nagelsmann, parla Di Salvo: “In Italia preparazione al top”

ROMAValter Di Salvo è un’eccellenza italiana dello sport mondiale. Da dodici anni lavora per il Qatar, che a novembre ospiterà il Mondiale, è direttore della Performance and Science della Federazione e anche dell’Aspire Academy, la struttura che programma le attività delle nazionali qatariote, ma anche dei club. Dal 2016 è anche responsabile dell’area performance e ricerca della Federcalcio, gestisce tutte le squadre azzurre, da quella di Mancini a quelle del calcetto e della femminile. Ha una cattedra su teoria e metodologia dell’allenamento all’Università del Foro Italico, è uno dei massimi esperti mondiali della preparazione atletica. All’estero ha lavorato al Real Madrid e al Manchester United. E’ in vacanza in Spagna e non sa nulla delle allusioni di Nagelsmann, allenatore del Bayern Monaco sui metodi di lavoro di De Ligt alla Juventus. E’ però orgoglioso nel rimarcare quanto la preparazione in Italia si sia evoluta negli ultimi anni: «Faccio una premessa. Da titolare di cattedra all’università di Scienze motorie conosco il livello di preparazione dei ragazzi che escono dal Foro Italico, un’università che è sempre stata un punto di riferimento internazionale».

Quindi in Italia si lavora molto sulla parte atletica

«Posso dire per che diversi anni all’estero additavano la preparazione italiana come troppo pesante rispetto ai metodi della scuola spagnola. Una cosa è sicura: i colleghi dei club italiani sono di primissimo livello e sanno far lavorare il calciatore in relazione a quello che fa in campo. Facciamo un esempio: tra i difensori i centrali fanno un lavoro diverso rispetto agli esterni, che coprono una fascia di campo più ampia. I nostri preparatori fanno riferimento a questo. Come responsabile dell’area performance della Federazione facciamo riunioni una o due volte l’anno di aggiornamento, abbiamo un rapporto continuo con i prearatori dei club. Abbiamo definito dei critieri di lavoro secondo i quali tutte le nazionali, dalla maggiore all’Under 15, forniscono tutti i dati degli allenamenti ai preparatori dei club. Il preparatore azzurro si interfaccia con quelli dei club, per riferire sul lavoro svolto in ritiro. Dal 2016 ho introdotto un concetto che reputo moderno. Noi chiediamo al club di inviarci il programma personalizzato dei vari giocatori, che lo proseguono al mattino e poi nel pomeriggio svolgono il lavoro tattico con Mancini. Siamo fortemente convinti che questo metodo di lavoro sia il migliore».

La scuola italiana dei preparatori atletici è sempre stata all’avanguardia nel mondo

«Io ho lavorato all’estero, ma prima di me anche Roberto Sassi, Antonio Pintus, che ora è al Real Madrid con Ancelotti. Vincenzo Pincolini, ora Bertelli che è in Turchia con Pirlo. Io in Qatar ho portato ragazzi usciti dall’università, Daniele Buonanno e Giampiero Ascensi. Tutti grandi professionisti».

Una scuola che si è evoluta negli anni

«Nell’area performance non c’è più solo il preparatore atletico, che oggi è affiancato dal fisiologo, il nutrizionista, lo psicologo e in più c’è l’area biomeccanica. Abbiamo spinto su questo, l’alimentazione per esempio è fondamentale. Ormai anche i club italiani hanno attuato una strategia molto più ampia della preparazione. Abbiamo introdotto altre figure professionali che permettono un controllo maggiore e una prevenzione degli infortruni. L’Italia è all’avanguardia per competenza e conoscenze, anche a livello tecnologico molti club hanno fatto investimenti sulla tecnologia, allargando la percezione dalla preparazione atletica alla performance. Oggi la nostra area fa da bridge tra l’area tecnica e quella medica».

Nagelsmann, frecciata alla Juve: "De Ligt? In Italia difficile restare in forma"

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