Carlo Mazzone, messaggio social a 20 anni dalla corsa sotto la curva dell'Atalanta

È il 30 settembre 2001 e allo stadio Rigamonti si disputa il derby lombardo Brescia-Atalanta. In un clima infuocato il primo tempo si chiude sul 3-1 per la Dea, i cui sostenitori continuano a bersagliare l’allenatore avversario, Carlo Mazzone, con cori ed insulti pesantissimi. Come racconta lo stesso tecnico: Iniziano a insultare mia mamma, frasi inaudite. Non semplici sfottò, ma cattiveria gratuita. E io sono un uomo che ha avuto la disgrazia di perdere la madre quando era ancora giovanissima. Mi è morta tra le braccia. La sua morte, dopo una lunga malattia, è il dolore più grande della mia vita”. Serve sapere questo per comprendere appieno un gesto entrato nella storia del calcio italiano. Andiamo avanti.

La rivincita di Carletto

Racconta ancora l’allenatore: Quegli insulti mi fecero uscire di testa, non potevo giustificarli. Perché dovevano tirare in ballo mia madre? Non capivo”. Nel frattempo il suo Brescia accorcia le distanze e, dopo il momentaneo 3-2, Mazzone inizia a girarsi ripetutamente verso la curva ospite, pronunciando l’ormai storica frase, nel dialetto natìo: “Se famo er tre pari vengo lì sotto”.  Al 90′ Roberto Baggio completa la tripletta personale e pareggia i conti. A quel punto Mazzone si scatena, incontenibile, inizia l’ormai leggendaria corsa sotto la curva dell’Atalanta. Queste le sue parole a caldo: “Adesso mi possono anche squalificare, non mi interessa. Perché non si può sempre accettare tutto, è sempre la stessa storia: insulti pesanti, offese, pure sui miei genitori morti… Ci dicono sempre che ci vuole comprensione. Eh no! Adesso mi sono stufato.

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Social impazziti e Mazzone risponde

Oggi, 30 settembre 2021, tantissime pagine web a tema calcistico hanno ricordato l’accaduto, spesso taggando il protagonista. E lui alla fine non ha potuto far altro che pubblicare un post di ringraziamento. Ecco cosa ha scritto Carlo Mazzone su Instagram: “Venti anni fa… Ne è passato di tempo! Non smetterò mai di ringraziarvi ché a distanza di tanti anni vi ricordate di me e mi volete bene! Vi voglio bene. Carlo”. Applausi.

Carlo Mazzone, il mister di tutti

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