Capolinea Milan: perde in casa col Liverpool ed è fuori dall’Europa

Tomori illude i rossoneri, ma le reti di Salah e Origi ribaltano tutto: finisce 1-2 e la squadra di Pioli chiude il girone all’ultimo posto

Arrivederci a settembre. Il Milan cade a San Siro con il Liverpool all’ultimo atto e si congeda dalla Champions promettendole solennemente di tornare a farle visita la prossima stagione. E quella dopo. E quella dopo ancora, perché i vecchi amici vanno frequentati con regolarità. Guai a perdersi. Questo peraltro è un addio europeo su tutta la linea perché il Diavolo chiude il girone all’ultimo posto e non c’è nemmeno il premio di consolazione dell’Europa League, strappato dalla vittoria dell’Atletico a Porto. Nulla può neanche Sant’Ambrogio, nel giorno in cui Milano lo celebra. Finisce due a uno per gli inglesi (gol firmati da Tomori, Salah e Origi), che legittimano anche nell’ultima uscita lo strapotere tecnico esibito lungo tutto il cammino nonostante l’ampissimo turnover di Klopp (attacco a parte…). È comunque stato bello anche solo arrivare a giocarsela fino alla fine in quello che era stato subito ribattezzato il girone della morte. Al Milan resta il rammarico delle tantissime assenze – stasera erano cinque, ma è così dall’inizio – e da alcuni arbitraggi – soprattutto quello a Milano con l’Atletico – che avrebbero potuto indirizzare ben diversamente il girone rossonero.

Le scelte

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Dopo aver perso anche Leao, forfeit che ha sfigurato definitivamente l’attacco, Pioli è corso ai ripari come ha potuto. Ovvero piazzando al suo posto il tuttologo Krunic, con Diaz dietro Ibra. A destra debutto da titolare in Champions per Messias. Tonali e Kessie in mediana, in difesa Kalulu a destra e Hernandez regolarmente al suo posto a sinistra dopo aver smaltito l’attacco influenzale. Klopp aveva annunciato in vigilia un robusto turnover “per evitare l’arrabbiatura dei medici”, e in effetti ha cambiato otto undicesimi della formazione di Wolverhampton, ovvero l’intera linea difensiva e pure la mediana, ma affidandosi a una trazione decisamente anteriore con Salah, Mané (gli unici “sopravvissuti” rispetto all’ultima partita di campionato, oltre ad Alisson) e Origi supportati da Minamino schierato mezzala. Una potenza di fuoco paurosa, che però non ha scavato crateri nella difesa milanista tutt’altro. Va detto che gli inglesi non si sono dannati particolarmente l’anima, rinunciando alla pressione feroce vista ad Anfield e “accontentandosi” di piazzare le tende nei territori rossoneri. Il Milan, di fronte a un atteggiamento autoritario ma certamente non straripante, pur difendendosi con ordine ha commesso l’errore di restare troppo prudente. Risultato: il Liverpool nella prima mezzora non ha creato pericoli concreti per Maignan, limitandosi a vincere il festival del corner (5-1) e del possesso palla (60-40 secco alla fine dei primi 45), ma i rossoneri non sono comunque riusciti ad avvicinarsi all’area avversaria.

Ibra fuori dal coro

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Un Diavolo che ha faticato parecchio a uscire dal guscio, anche perché i palloni migliori sono stati gestiti con eccessiva lentezza. A spiccare in particolare un paio di brutti errori di Kessie e Hernandez con Liverpool scoperto, e in questi casi il concetto è semplice: contro chi è più forte di te non puoi permetterti di sprecare ciò che di buono ti arriva fra i piedi. Del tutto non pervenuto Ibra, avulso dalla manovra nel primo come nel secondo tempo. Il gol che ha illuso il Milan è arrivato un minuto prima della mezzora. Angolo basso e tagliato di Messias, pasticciaccio di Minamino che liscia il rinvio ed espone Alisson a una brutta figura: l’ex romanista non trattiene, sbuca Tomori e butta in rete. San Siro è un delirio, ma dura soltanto sette minuti e anche il Milan si fa male da solo: Kessie si lascia aggirare da Chamberlain, Maignan respinge il tiro – non benissimo – su cui si avventa Salah, lasciato incustodito da Hernandez che resta a guardare.

Parata goffa

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Nella ripresa il Milan entra più convinto e prova a condurre il gioco, atteggiamento corretto e obbligato che però naufraga dopo dieci minuti. E anche in questo caso il Diavolo deve arrabbiarsi con se stesso. Stavolta è Tomori a combinare uno svarione imperdonabile, perdendo palla davanti alla propria area. Mané conclude, Maignan smanaccia in modo goffo sulla testa di Origi e i Reds raddoppiano. Pioli cerca di ridare vigore con i cambi. Dentro Bennacer, Saelemaekers e Florenzi, fuori Diaz, Kalulu e Tonali. I rossoneri, pur lasciando varchi maggiori agli inglesi, riescono anche a confezionare qualche trama interessante e ben costruita. Krunic conclude alto di poco, Messias non arriva per un soffio su un’imbucata di Ibra, Kessie spara in bocca ad Alisson da un metro. Cala il sipario sull’Europa rossonera, e cala con la curva Sud che applaude i suoi ragazzi: “Siamo sempre con voi”. I traguardi ambiziosi non mancano.

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