Capienza, verde, riqualificazione dell’area: i nodi di San Siro. Ora tocca alla Giunta

Dopo il sì (condizionato) del Consiglio comunale, Milan e Inter dovranno rivedere alcune linee guida: ballano svariate decine di milioni. Entro fine anno atteso l’altro ok da Palazzo Marino

Avanti, con circospezione. E con tutti quei punti di domanda che continuano ad aleggiare sulla faccenda. Ma, quanto meno, l’iter sul futuro del nuovo stadio a San Siro prosegue e, memori di stalli epocali nel passato recente, è già qualcosa. L’ultimo passo avanti in ordine di tempo è stato compiuto ieri, giovedì 22, quando il Consiglio comunale di Milano ha detto sì al progetto per il nuovo impianto. È arrivata quindi l’approvazione politica, cosa che non era scontata dal momento che la stessa maggioranza del sindaco Sala era spaccata.

Interventi

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Il documento infatti è stato approvato con 27 voti favorevoli, 14 contrari e un astenuto e, per quanto si tratti formalmente di un “sì”, è un sì condizionato. E sono condizioni di una certa entità. L’ordine del giorno invita il sindaco e la giunta, tra le altre cose, a garantire la natura popolare di accesso allo stadio e pertanto considerare un aumento della capienza (con particolare attenzione ai settori con biglietti a basso costo) rispetto a quanto proposto dalle squadre, considerando come obiettivo ottimale i 70.000 posti. Seconda condizione: prevedere un consistente aumento della superficie di verde fruibile rispetto alla situazione attuale in modo che il verde rappresenti almeno il 50% di superficie rispetto al totale dell’area oggetto di intervento. Terzo: finanziare un piano di interventi di importo superiore a quanto inizialmente proposto, con l’obiettivo di poter destinare una quota pari almeno a 40 milioni per attuare progetti ricadenti sui quartieri limitrofi e non sull’area dello stadio in sé per sé.

Riqualificazione

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È chiaro, quindi, come si tratti di punti basilari, anche perché in questo contesto ballano parecchi soldi in capo a Milan e Inter. Perché un conto è costruire uno stadio su due anelli da 60-65 mila persone – il tetto che i due club si sono sempre dati per questione di costi –, un altro la necessità di un terzo anello per poter salire di capienza. Restando in tema di spese, ci sono anche quei “40 milioni” per la riqualificazione dell’intero quartiere. Altro tema: il verde. Si era partiti con il 18 per cento dell’intero nuovo distretto, poi si è saliti al 36. Ora Palazzo Marino parla del 50 per cento. Non è una forbice di poco conto. Che cosa succede adesso? Da una parte Milan e Inter recepiranno le indicazioni del Comune e rimetteranno mano un’altra volta al progetto, ovviamente mantenendo sullo sfondo l’ipotesi di emigrare altrove se le condizioni e/o le tempistiche non dovessero risultare loro accettabili. Dal punto di vista politico, sarà la Giunta comunale a dover dare anche il proprio disco verde, forse già il 29 dicembre, anche se in questo senso non dovrebbero registrarsi sorprese.

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