Nel corso di una lunga intervista al quotidiano portoghese “A Bola”, Joao Cancelo non ha usato giri di parole per raccontare del suo rapporto poco idilliaco con Guardiola e il Manchester City. L’ex Juve, ora al Barcellona, ha replicato alle critiche pubbliche di Guardiola, che ha affermato che Cancelo non era contento che giocassero i suoi compagni di squadra Lewis e Aké: “Sono state dette bugie! Non sono mai stato un cattivo compagno per loro, potete chiederglielo. Non ho alcun complesso di superiorità o inferiorità nei loro confronti, ma questa è l’opinione del manager”.
Cancelo: “Derbuato e aggredito, ma il giorno dopo ero in campo a Londra”
Poi l’affondo: “Sono rimasto rattristato da quelle dichiarazioni perché non è vero. Penso che il Manchester City sia stato un po’ ingrato con me. Sono stato un giocatore molto importante negli anni in cui sono stato lì. Non sono mai venuto meno al mio impegno con la società, con i tifosi. Ho sempre dato tutto. Ricordo una volta in cui fui derubato e aggredito e il giorno dopo giocavo all’Emirates contro l’Arsenal. Sono cose che non si dimenticano, ho lasciato mia moglie e mia figlia sole a casa, terrorizzate. La gente se lo ricorderà solo perché Mister Guardiola ha molta più forza di me quando dice qualcosa e io preferisco tenermelo per me. Preferisco sapere che sto dicendo la verità, mi sento soddisfatto di quello che ho fatto. Sono una persona trasparente, non mento mai”.
Cancelo: “Perché ho rifiutato l’encomio della Federcalcio portoghese”
Cancelo non ha festeggiato pubblicamente il triplete dei Citizens declinando l’invito della Federcalcio portoghese al Gala Quinas de Ouro nel corso del quale Cancelo sarebbe dovuto essere premiato insieme a Rúben Dias e Bernardo Silva: “Non sarò un ipocrita. Non sono i trofei che mi valorizzano perché quelli li ho già a casa: mia figlia, mia moglie, mio ??padre, mio ??fratello stanno bene ed è tutto ciò che desideravo a livello personale. Questi sono i risultati più grandi. I trofei a livello sportivo sono il risultato del duro lavoro quotidiano durante tutta la stagione. Nella scorsa edizione della Champions League ho fatto qualche assist nella fase a gironi, ma la mia sensazione era di non aver vinto! Pertanto, non ho accettato l’encomio dalla FPF”.
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