Cambio format in B: scintille tra Balata e Ghirelli

RIALLINEAMENTO – Parola d’ordine “riallineamento”. L’Assemblea di Serie B chiede al Consiglio Federale, quasi all’unanimità con il solo voto contrario della Salernitana e l’assenza del Pescara, la modifica del format del campionato cadetto portando, sin dalla stagione in corso, da quattro a tre le retrocessioni e lasciando inalterato il numero delle promosse, due direttamente e un’altra attraverso i playoff. La modifica è possibile secondo l’articolo 49, comma 4 delle Noif, ma dovrà essere il CF a ratificare, eventualmente, il cambio entro il 31 dicembre. L’intento delle società guidate dal presidente Balata è quello di garantire «maggiore stabilità alla Lega» e «programmare con più efficacia dal punto di vista politico», aspetti che il disallineamento non favorirebbe, essendo peraltro un’anomalia rispetto al resto del professionismo con 7 società che ogni stagione lasciano la categoria. Pareggiare il numero di club che salgono e scendono dalla B porterebbe, tuttavia, il numero delle società a 21, ma potrebbe essere solo una zoppia momentanea, con il format che si assesterebbe a partire dal 2022-2023. Il problema andrebbe poi affrontato nell’ambito della riforma complessiva dei campionati che riguarda anche la Lega Pro ed è argomento del Cf da anni. 

BOTTA E RISPOSTA «Il riallineamento è un’esigenza non più procrastinabile – ha spiegato Balata – e può essere adottato senza intaccare le altre Leghe, confidando nella lungimiranza della Figc. Ricordo che la Lega B ha terminato lo scorso campionato mantenendo inalterate le regole». Secca e immediata la replica in serata del presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli: «I cambi di format richiedono il consenso delle Leghe coinvolte e le riforme si fanno ragionando da sistema. Si propone 21 squadre? Ma sino a ieri si parlava di 18. Ci vedremo in Consiglio Federale».  
  

BUDGET APPROVATO – Intanto la Lega di B ha approvato il budget 2020/2021 che si chiude con un avanzo di circa 200 mila euro nonostante la pandemia. All’unanimità è passato, anche, il progetto finalizzato alla costituzione di una media company per la gestione della vendita dei diritti tv, l’accordo con Dazn e Rai termina a fine stagione. Si sonderà il mercato per eventuali intese più favorevoli se non si potranno migliorare le attuali. Intanto, va avanti la questione dell’impugnazione del mancato rispetto dell’accordo di separazione risalente al 2009 che non è mai stato rispettato con i relativi impegni economici. Ribadita, inoltre, la contrarietà alla distribuzione alle attuali squadre di A dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti tv per il prossimo triennio, scelta che penalizzerebbe le promosse in A.  
 
STOP AL VAR – Per quanto riguarda l’introduzione del VAR, dopo lo stop del presidente Marcello Nicchi, nonostante le autorizzazioni Fifa e la disponibilità del provider Hawk eye, a causa della Pandemia che non assicura un numero sufficiente di arbitri, il progetto proseguirà solo nei playoff e playout.  

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