Calhanoglu nervoso: l’effetto Gigio congela anche lui. E la Juve osserva…

Hakan è quello che accende il Milan in campo ma lo stop alle trattative sui rinnovi non l’ha messo di buon umore. Intanto manda segnali sui social e sfida i bianconeri, che l’hanno sempre apprezzato

“È indolente, il numero 10 del Milan deve dare di più”. “Macché, tecnicamente è un top player e accende la squadra come nessun altro”. Su Hakan Calhanoglu il dibattito è sempre aperto. Non da questa stagione: se ne discute dal 2017, ovvero da quando lasciò il Bayer Leverkusen per tentare l’avventura in Serie A. Fuoriclasse? Sopravvalutato? Ognuno la vede a modo suo, anche perché in effetti la continuità non è mai stato il punto di forza del turco, i cui sprazzi di talento sono invece sotto gli occhi di tutti. I numeri, quando si parla di lui, dicono pochino: in questo campionato – statistiche Gazzetta alla mano – ha portato in dote 4 gol e 8 assist, con una media-voto di 6,15. Rendimento incostante, però: partite da applausi alternate a strane scene mute, anche per via di qualche problema fisico (prima il Covid, poi i guai muscolari) che ne ha condizionato il rendimento.

Rinnova o no?

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Contro Sassuolo e Benevento sono arrivati due bei gol di Hakan: nel primo caso la rete non ha portato punti, nel secondo è servita per riportare il Diavolo in zona Champions. Obiettivo che resta la stella polare dei rossoneri e che orienterà anche le scelte di mercato, compresi i rinnovi contrattuali dei giocatori. Su questo fronte, in realtà, il caso Donnarumma-ultrà ha indotto il d.t. Maldini a decretare lo stop alle trattative fino al termine stagione. E indirettamente c’è andato di mezzo anche Calha, il cui agente stava provando a migliorare un’offerta rossonera di 4 milioni annui più bonus. Il contratto di Hakan scade a breve, ma il suo futuro al Milan è legato alla qualificazione Champions (nella sostanza) e al disgelo del club con Gigio (nelle tempistiche): normale che l’umore del turco non sia granché, al momento.

Inquietudine

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A Calhanoglu le troppe critiche ricevute hanno dato fastidio. Di recente ha postato su Instagram il gol segnato al Sassuolo, commentandolo con un eloquente “quando queste persone parlano troppo”. In campo ha avuto qualche differenza di vedute con il re Ibrahimovic, ma quello ci sta: Zlatan è una macchina da “consigli” elargiti più o meno duramente, non è nemmeno facile per i suoi compagni d’attacco assorbirli, sebbene sappiano bene che l’intento dello svedese è quello di spronarli a rendere al top. Cose di campo, insomma, che ci sono in ogni squadra. Magari anche nella Juve, avversaria di domenica in uno spareggio Champions ad alta tensione. I bianconeri hanno sempre apprezzato il talento di Hakan, nei mesi scorsi giravano voci – non confermate – di un possibile interesse: se dovesse lasciare il Milan a zero, in estate potrebbe essere un nome da valutare. Ma sono discorsi prematuri, e anche fuori tempo: domenica Calha sarà il numero 10 del Milan all’Allianz Stadium. Il futuro è da scrivere e passa anzitutto dalla trattativa tra il club e il giocatore.

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