Calciopoli, Dondarini querela il pm Narducci: «Un unico obbiettivo: la verità»

Calciopoli, Dondarini querela il pm Narducci: «Un unico obbiettivo: la verità»

L’ex arbitro porta in tribunale il pubblico ministero che aveva scritto nel suo libro su Calciopoli alcuni gravi inesattezze su di luitwitta

TORINOCalciopoli è finita, ma non finirà mai la voglia di verità intorno a un caso che ne ha spacciate troppe e troppo in fretta nel 2006, distruggendo la vita di molti innocenti. Prendi Paolo Dondarini, per esempio. Indagato da un’indagine piena di strafalcioni che lo riguardano e pure condannato in primo grado, ma poi assolto in via definitiva dalla giustizia sportiva e – sia in appello che in Cassazione – dalla giustizia penale, sedi dove è stata riconosciuta la sua innocenza e tanti degli errori madornali dell’inchiesta, che alla fine ha visto assolvere tutti gli arbitri coinvolti (che poi sarebbero stati quelli che dovevano aiutare Moggi a truccare i campionati, ma questa è un’altra storia).

In questi giorni Dondarini è tornato in tribunale. Questa volta però in veste di querelante, contro il pm Narducci, che orchestrò l’inchiesta di Calciopoli tra il 2004 e il 2005 e fu il pm nel processo di Napoli. Narducci, infatti, ha pubblicato un libro sulla vicenda nel 2012 e nel quale Dondarini risulta ancora condannato e gli vengono addebitati reati inesistenti, senza che quel testo venisse ritirato o rettificato. Nei giorni scorsi davanti al giudice Francesca Neri del Tribunale di Bologna è iniziato il processo.

Buongiorno Dondarini, perché ha portato Fausto Narducci in tribunale?

«E’ una causa civile perché su quel libro da lui scritto e pubblico, quello che lui, ironia della sorte, chiama la “vera storia” ci sono dei fatti assolutamente falsi. Insomma, non è la vera storia per quanto mi riguarda e vorrei che venisse corretta».

Cosa c’è di sbagliato esattamente?

«Nel libro viene scritto che sono stato condannato in primo grado per associazione a delinquere e per 6 gare, di cui quattro però sono arbitrate da altri arbitri. Sul libro ha scritto dei reati di cui non mi ha nemmeno accusato in tribunale, adesso che oltretutto sono stato assolto completamente ho deciso che voglio ristabilire la verità anche qui»

E’ un vizietto, quello di sbagliare riferimenti, nomi, date e partire, che è stata una costante anche nel processo…

«E sono riusciti a scrivere cose non vere pure nel libro. Mi sembra doveroso ristabilire la verità. Nelle carte dell’inchiesta io venivo confuso con un osservatore in un’intercettazione. Cioè Moggi stava parlando con un’altra persona, ma quella conversazione era stata attribuita a me nella sentenza di primo grado che mi condannava. Inoltre mi veniva attributo l’annullamento di una rete durante Chievo-Fiorentina, una rete che non è stata mai segnata… In primo grado sono stato condannato per queste due ragioni. Per fortuna c’è stato modo di chiarire le cose in appello».

Cosa pensa di ottenere dalla querela a Narducci?

«La verità. Non cerco vendetta o soldi, cerco la verità. Non ho neppure ipotizzato un risarcimento, lo lascio decidere eventualmente al giudice. A me interessa ristabilire la verità dopo averlo già fatto in sede legale. Ho trovato incredibile che un pm scrivesse un libro si un processo che non era ancora giunto al termine. Sono stati commessi errori grossolani nella vicenda Calciopoli, bisogna cercare di correggerli».

Come è andata la prima udienza?

«Sono stati sentiti come testimoni gli arbitri Rizzoli, Pieri e Bertini. Il 20 gennaio ci sarà Rocchi. Dopodiché vedremo cosa deciderà il giudice».

Cosa fa adesso Dondarini?

«Tante cose. Mi dispiace tuttavia non riuscire a rientrare nel calcio. Da quattro anni ho lasciato l’Aia e da due ho fatto il corso da direttore sportivo, ma non ho una squadra. Se qualcuno è interessato… Sono nel calcio da una vita e continua a essere centrale per me, vedo un sacco di partite e penso di poter mettere a disposizione la mia esperienza».

Allora le rivolgo una domanda da dirigente. Capello ha detto di recente che quella Juventus del 2006, fermata solo da Calciopoli, poteva aprire un ciclo vincente incredibile, anche a livello internazionale. Concorda?

«Concordo in pieno. Ho avuto la fortuna di vederli da vicino quei campioni, direttamente dal campo ed erano straordinari, superiori e hanno vinto sempre con merito. Compreso un Mondiale…».

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