In un album vagamente stropicciato ci sono tante foto: sono «fresche», neanche un po’ ingiallite, e raccontano un uomo, con i suoi venticinque anni, e le sue verità. Cerchi Fabian Ruiz e lo trovi, ovunque, mediano davanti alla difesa, esterno di sinistra o di destra, sotto-punta (come si dice orribilmente adesso), play basso o alto, sistemato in un centrocampo a due o anche a tre, a volte tenendolo a destra della coppia, per portarlo a calciare con il suo piede naturale ma sottraendogli un tempo di gioco. Ci sono enigmi e certezze che si nascondono in quel metro e novanta circa che appena due anni fa (due anni fa…!) divennero la stellina dell’Europeo Under 21, titolo in tasca e riconoscimento come miglior calciatore del torneo. (…) Ma il futuro è nel suo talento, si capirà in fretta come, nella sua capacità di sorvolare la banalità, trovando gli angoli più arditi, nella sua possente figura atletica, ma semmai in quel fascino che resiste e che lascia il Real Madrid ed il Barcellona ad aspettare. (…)
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(Non) si tocca
Il mercato è perfidamente nascosto tra le pieghe di una crisi internazionale, appartiene a chiunque, e però Fabian Ruiz ha un proprio potere seduttivo che potrebbe scuotere il Real Madrid e il Barcellona, ognuna con le proprie preoccupazioni, ormai problema condiviso. (…) Fabian Ruiz non sarà svenduto, non sia mai, ma non sarà neanche costretto a restare, dinnanzi ad offerte appropriate: il Napoli ha già dato, in passato, rinunciando a cedere Allan e Koulibaly, non è consentito permettersi ulteriori lussi. Ma esiste una soglia sotto la quale non è permesso scendere: cinquanta milioni di euro. Altrimenti, l’oro può brillare comodamente in mezzo al campo: dicono che non arrugginisce, non si ossida e, soprattutto, non perde praticamente mai di valore. E aiuta a sentirsi anche ricchi dentro.
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