Calcio batte Asl 3 a 0 a tavolino: c’è un cluster. Chi se ne frega!!! E stile Juve

Calcio batte Asl 3 a zero a tavolino. E’questa la sentenza non tanto del giudice sportivo su Juventus-Napoli non giocata.

Calcio e Asl. Questa è la sentenza, il risultato che il calcio assegna a se stesso: tre a zero a tavolino e per principio del calcio e delle sue ragioni su quelle di ogni altra cosa, salute pubblica compresa.

ASL: C’E’ UN CLUSTER. LEGA CALCIO: CHI SE NE FREGA

E’ stato questo all’osso il dialogo tra Autorità Sanitaria (tale è la Asl) e autorità suprema del campionato, insomma la Lega Calcio. La Asl di Napoli osserva un contagiato nel team Napoli, poi altri due. Ha sotto gli occhi il precedente del Genoa ( ultima squadra venuta a giocare a Napoli) dove un contagiato son diventati alla fine 22 contagiati. Quindi Asl teme, vede la concreta possibilità che all’interno del team Napoli si sviluppi un cluster, un focolaio, una fonte di contagi plurimi.

E quindi Asl adotta nei confronti del team Napoli ciò che si adotta e si fa in casi analoghi per ogni cittadino di questo paese: isolamento per 14 giorni. Quindi, ovviamente, niente partenza per Torino. 

Ma il calcio e in prima fila la Lega Calcio ritengono di aver diritto a un diritto sanitario speciale. Ritengono di aver già ottenuto status speciale. Ritengono loro riconosciuto diritto considerare un contagiato da coronavirus come un infortunato. Gli infortuni muscolari non sono contagiosi, i positivi al coronavirus sì, ma Lega Calcio non apprezza questa che considera una sorta di pignoleria della Asl.

E il protocollo?

Lega Calcio sventola il Protocollo, il santo Protocollo sottoscritto un paio di mesi fa in cui si dice che si gioca, si può e si deve giocare, anche se c’è un contagio. Purché sia isolato, ma questo Lega Calcio dimentica. E purché non ci siano diverse disposizione delle Autorità sanitarie. Ma questo Lega Calcio dimentica. Lega Calcio si fa forte di un argomento che ritiene superiore: se non si gioca ogni volta che Autorità Sanitaria blocca, allora non si finisce il Campionato. E se non si finisce il Campionato il calcio impresa va a rotoli. Il Calcio ritiene questo l’argomento fine di mondo, identificando se stesso con il mondo. La sopravvivenza vale più della salute. La sopravvivenza del Calcio valgono quindi più della pubblica salute.

Quindi Lega Calcio risponde ad Asl che teme e vede cluster con un solenne e netto: chi se ne frega. E ordina al Napoli di salire in treno, aereo o quel che sia per andare a Torino a giocare Juventus Napoli appunto. Altrimenti punizione (sconfitta a tavolino per 3 a zero) per aver violato la regola di sopravvivenza del calcio ottemperando alle regole della salute pubblica.

SOPRAVVIVENZA (DEL CALCIO) PIU’ DELLA SALUTE (PUBBLICA)

E’ dall’inizio del dramma globale coronavirus che il calcio annaspa suo malgrado in una irrisolvibile contraddizione. Il calcio è per definizione assembramento, annullamento della distanza. Il calcio “in sicurezza” è una bugia neanche tanto pietosa. A stringente comportamento anti contagio, il calcio non è da giocare.

Ma il calcio è industria e intrattenimento, la prima imponente, il secondo di massa. Fermarlo è arduo, triste, impopolare. 

A questa contraddizione in cui è costretto dalla sua natura, il calcio aggiunge purtroppo un conclamato senso di immunità e impunità. Fino a pochi giorni fa premevano per rimettere tifosi a decine di migliaia negli stadi. Incuranti o ciechi di fronte alla risalita dei contagi. Ora agitano il calendario che non ha spazi per i recuperi come testo sacro per dire e diramare l’obbligo di giocare comunque.

APERITIVO HA GIA’ BATTUTO SCUOLA

Era d’estate e l’aperitivo già batteva, in campo e non a tavolino, la scuola. Nella certezza auto comunicata coronavirus fosse sparito, i più di noi hanno scelto di rischiare per la spiaggia, l’aperitivo. L’idea che facilitare contagi potesse danneggiare due mesi dopo la scuola non ha sfiorato, troppa fatica e stress. E comunque, meglio un aperitivo oggi che una scuola domani, l’estate è stata vissuta così.

Oggi non mancheranno certo e saranno molti coloro che una campionato, un calcio vivo e sopravvissuto val bene il rischio di contagi in più. Purché lo si dica chiaro e non si aggiunga l’ipocrisia della “salute come primo valore da tutelare”. Il calcio ha detto, anzi rivendica, anzi esige che per sopravvivere gli sia riconosciuta potenzialità di contagiare non consentita al resto del paese e delle attività. Questo è il 3 a zero a tavolino per Juventus Napoli dove i,l Napoli non c’era perché ha obbedito alla Asl e non alla Lega Calcio.

STILE JUVENTUS

Stile Juventus, la Vecchia Signora del calcio italiano, con l’accento sulla Signora, cioè sulla signorilità, sullo stile. Juventus che, con stuile, ha fatto sapere fin dal primo minuto, che sarebbe andata in campo anche se Napoli non c’era. Con stile la Juventus ha fatto sapere di non voler sapere perché e per come Napoli non c’era. Con stile si è schierata in campo all’ora prevista recitando la liturgia del non so, non capisco, obbedisco. Sempre con stile ha mostrato la sua dedizione ai regolamenti, con stile si è comportata come Napoli non ci fosse per capriccio o follia. Con stile ha preso e messo in tasca in  tre punti, senza imbarazzo. E ancora con stile ha evitato di dire che una vittoria così non vale, con stile ha tratto profitto dai guai sanitari altrui. Nel rispetto ovviamente dei “valori dello sport”, ecco con stile la Juventus ha mostrato a tutti cosa sono e cosa si intende per valori dello sport.

Precedente TMW - Empoli, addio con Antonelli. Il difensore rescinde il contratto

Lascia un commento